FILI D'AQUILONE
rivista d'immagini, idee e Poesia

Numero 70
luglio 2025

Fame

 

DI QUELLA VOLTA CHE M’INNAMORAI PER
NIENTE E ME NE RITORNAI PER MARE

di Giampaolo De Pietro



*

Ultimamente
associo un occhio
all’errore dell’altro
– e non sto precipitando,
l’orecchio dal suo canto
si nutre d’ogni
parentela di ascolto,
mutuandosi con l’altro
in una fratellanza di trasporto
davvero strana e costante.
Ultimamente non fingo quasi niente
o per niente mi pare di finire sotto l’istante
che preme alle tempie una luce di schermo
stancante, e arrivederci carenze alle prossime
estive vacanze.
Laddove più feroce la stanchezza
saremo per accontentarci a superarla
e a sorprenderci di averla varcata
graziati dal silenzio di chi studia a bocca aperta
le stagioni (non le chance) come le foglie le emozioni
delle barchette che reggono il mare (aperto) e viceversa


*

Luminosa insonnia
M. TOURNIER

Stanchi, stàccati dal
frullio, calcolando
la distanza degli
alberi dagli umani,
l’unione
dei battiti. Fantasticando,
i loro respiri.


*

Piccole margherite riuscite.
Vicoli ciechi.
Vorrei stare qui, a studiare tutti i campanelli.
A prendere appunti sulle nuvole tristi. Che anche se il sole insiste,
nessuno inonda niente, solo forme di prepotenza queste, umane e basta.
Ho starnutito all’ombra,
porto questa faccia solo così, a un incrocio. Parla
ai pescatori, incoraggiati a (un)tempo, parla
solo senza chiedere al senso ragione, torto.
Passeggiate dell’amore e passeggiate che lo sciupano.


CIRCONFERENZA

Le tue ultime bellissime poesie
Sorridono in un angolo circondano
Il mio angolo e siedono a un tavolo
Di geometrie o simmetrie in dialogo
Con le mie ultime circolari poesie a
Specchio di quell’angolo, riflesso


*

Io vorrei avere avuto un nome da lasciare pronunciare e
Vorrei aver avuto un cuore da lasciare a difenderti.

Raschiando il
Fondo alla noia
Rischiando di
Oltre-non-dire
Come oserebbe
Per gloria di gioia
Nostra una
Scorta di
Chiacchiere
Musicate per
Bene fare - o bere

Ritornami a te
Le parole talvolta
Hanno un senso spedito
(anche se non c’è – è solo per
i sensi, o (di) loro)


*

Solo. E un atrio
privo di viavai.
Lento, tra una
moltitudine dei
movimenti. Ci
siamo dati un
bacio in alto. In
lungo e in largo.
Gabbiani, cani
volanti e scelte
estreme, ovvero
semplicemente
serene/da fare
chiudere gli occhi
e aprire venti
leggerissime
eco. Candele
ascese parole,
offerte, aria
dolce di una
chiesa. La pancia
della chiesa. Non
fotografarmi le
mani potrebbero
volarsene via
scegliendosi uno
spazio immenso
tra i ritagli di una
scena-ripresa e i
minuziosi
dettagli che la
rendono
estranea all’idea
stessa di non
poter volare,
scegliere mete a
forbici
fantasticare
senza scrupoli di
realtà, per tante
scale fino alle
porte del suono
di modica.
Esemplare. La
piuma anticipa il
boulevard.
Insomma, se
questa è la
modernità
varcata, magari
a metà strada (o poco più, poco, meno),
quest’altra che
sarà? Oh.
Contemporaneità.
Un’altra
estremità,
per/altra
estranea età (època) da
questo corpo
oscuro che si
surriscalda
tanto. Ecco cosa
schiarisce,
intimità.


*

La semplicità infittiva le cose,
la semplicità nella difficoltà di crescer(l)e.

Parleremo meno, dicesti.
O parleremo tanto, risposi come ad aver risposto.


*

Dobbiamo
Sempre dire le
Cose giuste e le
Cose sbagliate,
viviamo il
tutt’uno lib(e)ro
sulle labbra
abbiamo ancora
quelle parole a
formularne il gusto per
noi discorsi seri
e discorsi scemi.
Anche interrotti.
(magari serenamente)
come aver smesso
di fumare a un quarto
da una sigaretta intera.
Abbondiamo. Le
Carte più
Struggenti se l’è
Prese il mare.
Quelle più
Sfuggenti l’aria.
Basterebbe
Forse dirsi due
Parole semplici,
basterebbe
forse un po’ di
più. Non centra,
per via di una
traiettoria,
importanza che
c’entra. La
tromba illumina
fa veste ludica.

It’s a beautiful
Day for to see
My brain


*

Siamo alti, in buone mani
in questo sud lirico potremmo
non rinunciando alla rima
paragonarci ai gabbiani tra
il mare lieve increspato
la città nero-barocca e i rifiuti
ci avviciniamo scegliendo
per fame la nostra cibaria così
per il bianco dimenato in aria
e il più nero scioperato in aree
marginali centri storici, opachi dirupi
sottostanti il bivio e anche la caduta
se qualcuno osa chiamarvi ladri
sviluppate un senso scevro di riguardo
verso la legittimità della sopravvivenza alla sopravvivenza
in tempi di crisi frègatene del prossimo tuo – mica lui è in crisi! -
non più che di te stesso, uomo comuncittadino
rubami pure un’altra moneta con la scusa educata incollata sul retro della mia maglietta,
che mi lascerò mangiare per fame da te, ma lontano forse da qui per ritornare a casa, magari
un po’ più fiero di te, che di me. Il giorno che atterreremo io e questa terra nel mare sereno che abbiamo bevuto quasi tutto come un quasi niente, se possibile fermarsi a parlare e guardare negli occhi un’isola sola che aspetta il suo treno per innamorandosi ritornare a casa via mare.


(2010)


giampaolo.depietro@gmail.com