FILI D'AQUILONE
rivista d'immagini, idee e Poesia

Numero 70
luglio 2025

Fame

 

DALL’ULTIMA ANTOLOGIA DI ALFONSO BREZMES: QUANDO CI SONO
La parola vive dove abita il silenzio

di Mirta Amanda Barbonetti



È uscita il 10 giugno 2025 nelle librerie italiane, edita dalla casa editrice Einaudi con la mia traduzione dallo spagnolo, Quando ci sono, la seconda antologia poetica di Alfonso Brezmes (Madrid, 1966), del quale più volte ho scritto qui, su Fili d’aquilone. Dopo il grande successo di Quando non ci sono (2021, Einaudi), siamo felici di ripresentarci ai lettori italiani.
Brezmes ritorna con i leit motiv che tanto hanno incantato il suo pubblico: amore, desiderio, affetti filtrati dalla memoria, nelle loro consuete atmosfere surreali perennemente in bilico tra sogno e realtà. Chiave di tutto resta la parola, strumento a cui Brezmes, affida poteri assoluti.

È un poeta più introspettivo e più disilluso quello che accompagna il lettore in questo nuovo viaggio, in emozioni a ritroso nel tempo, tra le 75 poesie che compongono le varie sezioni. Il testo è strutturato in sette parti, sette come i libri usciti finora: dall’ultimo La vita nell’aria (2023), È tempo (2022), Sete (2020), Vizi occulti (2019), Ultramor (2017), Il dono delle lingue (2015), La notte tatuata (2013) accompagnati da una piccola sezione di Inediti, che Brezmes ama mettere abitualmente a completamento delle sue opere.

Quando ci sono, già nel gioco di parole, vuole essere complementare alla precedente antologia, l’altra faccia della stessa medaglia. Emblematica la poesia in copertina, Visione, tratta dall’ultima raccolta La vita nell’aria, depositaria del compito di guidare il lettore in un percorso segnato dalla piena consapevolezza dell’ineluttabile caducità della vita.

      VISIÓN

      La vi pasar
      entre dos parpadeos
      del faro.
      Era la vida,
      es decir todo
      lo que no puede verse.


      VISIONE

      La vidi passare
      tra due bagliori
      del faro.
      Era la vita,
      come dire tutto
      ciò che non si può vedere.


Riecheggiando Louis Ferdinand Celine, che in Viaggio al termine della notte aveva definito la vita come una scheggia di luce nella notte, il poeta apre uno squarcio nell’ineffabile mistero dell’esistenza che, secondo la lezione del grande filosofo Kierkegaard, non può essere compresa senza essere vissuta. Nella perenne oscillazione tra dimensione onirica e realtà, caratteristica prima della poetica di Brezmes, ed emozioni contrastanti, l’autore con i suoi versi eleganti e solo in apparenza immediati, dà voce alla precarietà della vita, in cui è sempre la parola “chiave del linguaggio” l’elemento fondamentale per esprimere, anche con il silenzio, emozioni, pensieri, ricordi. Incertezza e vita in bilico caratterizzano la vita del poeta che ha il compito di riscrivere il mondo.

      Strano lavoro quello del poeta,
      vivere sempre nell’aria.
      Dover mettersi a scrivere e puntellare di nuovo il mondo.

      (dalla poesia Colui che nomina)

Linguaggio e parola, costantemente nel mirino della sua lente di ingrandimento, sono depositari di poteri incondizionati. La parola è la chiave che apre ogni porta, la poesia tramite il poeta ha il compito di riscrivere il linguaggio anche grazie alla sua antitesi: il silenzio. Se tutto ha in sé il suo contrario, il poeta scrive “incontrai la parola dove abita il silenzio”.

      LAS PALABRAS SON LLAVES

      Las palabras son llaves; las cosas cerraduras.

      Olvidar una palabra es precintar un cuarto en la casa
      de huéspedes donde duerme el lenguaje.

      Pronunciar un nombre es entrar de puntillas
      en una estancia a oscuras donde el otro nos espera.


      LE PAROLE SONO CHIAVI

      Le parole sono chiavi; le cose serrature.

      Dimenticare una parola è sigillare una stanza
      nella casa degli ospiti dove dorme il linguaggio.

      Pronunciare un nome è entrare in punta di piedi
      in una stanza buia dove l’altro ci aspetta.


      MALA HIERBA

      Encontré la palabra
      donde habita el silencio:
      cualquier otro lenguaje
      no serviría para mi propósito.
      Como la mala hierba
      que nace en el asfalto,
      así he pronunciado esa palabra.
      Para que tengas que bajar
      a ras de suelo para verla.
      Para que no entiendas nada
      cuando creas oírla.
      Para que escuches el vacío
      después de arrancarla.


      L’ ERBA CATTIVA

      Incontrai la parola
      dove abita il silenzio:
      qualsiasi altro linguaggio
      non servirebbe al mio scopo.
      Come l’erba cattiva
      che nasce sull’asfalto,
      così ho pronunciato quella parola.
      Perché tu debba scendere
      rasoterra per vederla.
      In modo che tu non comprenda nulla
      quando crederai di sentirla.
      Perché tu ascolti il vuoto
      dopo averla strappata.


      ALLÍ

      Si cada palabra es un paso
      hacia la piel del otro, cada
      silencio
      es una callada aproximación
      hacia el que podríamos ser.

      Y entre lo que se dice y no,
      algo nuestro y del otro llega
      hasta un lugar transitorio
      - ese aeropuerto de palabras,
      este hospital de silencios-
      al que algunos llaman poema
      y otros sencillamente levedad.


      Se ogni parola è un passo
      verso la pelle dell’altro, ogni
      silenzio
      è una placida approssimazione
      verso quel che potremmo essere.

      E tra ciò che si dice e non si dice,
      qualcosa di nostro e dell’altro arriva
      fino a un luogo di passaggio
      - questo aeroporto di parole,
      questo ospedale di silenzi -
      che taluni chiamano poesia
      e altri semplicemente leggerezza.


È il doppio, con la sua immagine riflessa, ciò su cui si concentra l’attenzione del poeta. Siamo fatti di opposti, siamo il bianco e il nero e nello specchio andiamo cercando quanto ci permette di riflettere su di noi, sulla percezione di noi stessi e di riconoscere aspetti che altrimenti non potremmo percepire: “Quello che il cuore cerca nei boschi è qualcosa di simile a lui, uno specchio che qualcuno ha nascosto, nel cuore stesso del bosco e che riflette l’anima al suo passaggio”.

Pur nella disillusione che ci accompagna nel viaggio della vita, la Poesia e l’Amore restano comunque per Brezmes i punti fermi, due entità senza le quali non potremmo vivere. La poesia è indissolubilmente quel luogo sicuro dove tutto è possibile, quello spazio in grado di offrire la più totale libertà:

      EL BOSQUE INVISIBLE

      Los poemas no nos dejan ver la poesía,
      pero al juntarse nos protegen
      con la dulce hojarasca de sus sueños,
      como al niño que se ha perdido
      en mitad de un bosque tenebroso
      y este lo oculta en su penumbra
      de los lobos que aúllan la verdad.


      IL BOSCO INVISIBILE

      I versi non ci lasciano vedere la poesia,
      ma nell’unirsi ci proteggono
      con il dolce fogliame dei loro sogni,
      come il bambino che si è perso
      nel mezzo di una foresta oscura
      e questo lo nasconde nella sua penombra
      dai lupi che ululano la verità.


E ripensando alla famosa frase di Ingrid Bergman in Casablanca “Mentre il mondo crolla, noi scegliamo questo momento per innamorarci”, nulla si può, senza la forza dell’amore che ci fa sentire invincibili.
      DAME LA MANO

      Porque tuvimos alas
      y el instinto aún nos empuja.
      Por el capricho de caer
      y no hallar fondo, sino cielo.
      Por el misterio de saberse
      por un segundo invulnerables.
      Por el placer de la conquista.
      Por la liberación de la renuncia.
      Por la codicia del que anhela.

      Dame la mano, amor,
      para cruzar al otro lado
      aunque se parezca a este.

      Aunque sea este.


      DAMMI LA MANO

      Perché avevamo ali
      e l’istinto ancora ci spinge.
      Per il capriccio di cadere
      e non trovare il fondo, ma il cielo.
      Per il mistero di sapersi
      per un attimo invincibili.
      Per il piacere della conquista.
      Per la liberazione della rinuncia.
      Per l’avidità di colui che brama.

      Dammi la mano, amore,
      per passare dall’altra parte
      anche se è simile a questa.

      Anche se è questa.


      TARDE DE PERROS

      Caminan sin prisa,
      ajenos al diluvio universal
      de esta tarde de perros;
      como si la especie estuviera
      a salvo en la firme arca
      de su abrazo frágil.

      Sucede muchas veces
      y de forma inexplicable:
      en cada amor el mundo
      se salva del naufragio.


      TEMPO DA LUPI

      Camminano senza fretta,
      incuranti del diluvio universale
      di questa sera da lupi;
      come se la specie si fosse già
      messa in salvo nell’arca sicura
      dal loro fragile abbraccio.

      Succede spesso
      e senza spiegazione:
      in ogni amore il mondo
      si salva dal naufragio.


Traduzioni dallo spagnolo di Mirta Amanda Barbonetti


L’antologia Quando ci sono di Alfonso Brezmes (Einaudi, 2025, pp. 184, euro 13) verrà presentata al Circulo de Bellas Artes di Madrid, il 7 settembre 2025.




Alfonso Brezmes
poeta, fotografo e artista visivo è nato nel 1966 a Madrid, dove vive.
Ha pubblicato i libri di poesia: La noche tatuada (2013), Don de lenguas (2015), Ultramor (2017), Vicios ocultos (2019), Sed (2020), Es tiempo (2022) e La vida en el aire (2023).
La sua poesia è stata raccolta nelle antologie bilingue Marginal Notes (Stati Uniti, 2019) e Quando non ci sono, Einaudi, 2021 e Quando ci sono, Einaudi, 2025, tradotte da Mirta Amanda Barbonetti.
Suoi testi sono stati pubblicati in antologie e riviste.


mirta_barbonetti@yahoo.it