FILI D'AQUILONE
rivista d'immagini, idee e Poesia

Numero 65
novembre 2023

Autunno

 

AUTUNNO. IL MISTERO SVELATO

di Annarita Verzola



(continua dall'estate...)


Ignorando lo spavento dei compagni, che non si voltano più verso la villa e il giardino, Lucrezia può nascondersi nel vicolo più vicino appena entrati in paese.
“Aspettate, Lucrezia è con voi?” strilla Martina ai due amici che la precedono.
“No, ma di certo sarà passata da un’altra parte, non preoccuparti!” la rassicura Simone, proprio lui che sembrava così coraggioso e ora si preoccupa solo di mettere la maggior distanza possibile tra sé e la loro avventura. Parò Martina non si arrende e torna indietro a cercarla, la trova e la trascina via con sé al sicuro.


La scena si è ripetuta tante volte nella mente di Lucrezia, ora seduta accanto al caminetto accesso, con un libro abbandonato sulle ginocchia. Nessuno di loro ha mai più fatto accenno a quella notte, ma Lucrezia ha continuato a pensarvi ed è sempre più convinta a scoprire il mistero della casa abbandonata. Finalmente è arrivata l’occasione giusta per agire. I bambini e i ragazzi del paese sono in giro per le strade nella sera di Halloween e sarà facilissimo passare inosservata fra loro, con il vestito da strega, e raggiungere la villa



Lucrezia resta nascosta nell’ombra di un vicolo fino a quando un gruppetto di fantasmi si è allontanato e aspetta con impazienza che l’eco dei passi si sia spenta sull’acciottolato delle strade. Può così tornare nel giardino della villa e guardarsi intorno con attenzione. L’erba è secca e crepitante di foglie sotto i suoi piedi, la finestra al secondo piano è solo fiocamente illuminata e la minacciosa sagoma è sparita. Badando bene a non fare troppo rumore sul tappeto di foglie secche, Lucrezia si aggira intorno alla casa e proprio sul retro trova una finestra dalla chiusura difettosa, che le permette di entrare senza troppa difficoltà in un ambiente scuro e silenzioso che si rivela essere la cucina. Appena i suoi occhi si abituano all’oscurità, guidata dal chiarore proveniente dal piano superiore, sale in punta di piedi un’ampia scala di marmo e si ferma vicino alla porta semichiusa, sbirciando all’interno. La luce di alcune lampade, posate qua e là per la stanza, le permettono di scorgere la figura di uomo molto anziano, curvo su una scrivania e intento a scrivere.



“Sapevo di non sbagliarmi! Ho riconosciuto la Bestia del film animato Disney!” esclama Lucrezia, indicando la grande sagoma di cartone appoggiata al muro e facendo sussultare il vecchio, che si volta a guardarla, lasciando cadere la penna, senza poter reprimere un gridolino. “Mi scusi, non la volevo spaventare”!

“Veramente sono i curiosi che dovrebbero spaventarsi, era questa la mia intenzione.” risponde il vecchio con voce esitante, cercando di raccogliere la penna, che prontamente Lucrezia prende da terra e gli porge. “Mi chiamo Armando, sono il proprietario di questa casa e cerco di tenere lontani gli impiccioni.”

Lucrezia però non risponde, è troppo occupata ad ammirare le librerie che occupano tutte le pareti della grande stanza, alte fino al soffitto e colme di volumi di ogni dimensione e colore. “Ma questa stanza è una meraviglia!” esclama alla fine, avvicinandosi a una parete per osservare meglio.



“Sono davvero contento che ti piaccia la mia biblioteca. O meglio, dovrei dire la biblioteca della mia famiglia, costituita in anni e anni di ricerche e di acquisti. C’è un’intera sezione dedicata alla storia del nostro paese e delle terre circostanti, cominciata dal mio bis-bis nonno e poi arricchita dai discendenti.” Armando s’interrompe all’improvviso, accorgendosi dell’espressione confusa di Lucrezia. “Che cosa ti sorprende, piccola mia?”

“Che lei viva nascosto qui dentro, alimentando le dicerie su questa bella villa che tutti dicono abbandonata e stregata” spiega Lucrezia, vedendo che Armando scuoteva il capo.

“Bella villa, dici? Vieni con me e capirai.”

Lucrezia si lascia guidare nel giro delle stanze e si sente stringere il cuore. Tende lacere, mobili rovinati e privi di soprammobili, chiazze chiare sui muri che testimoniano la sparizione di tutti quadri un tempo lì appesi, tappezzerie mangiate dall’umidità.



“Sono l’ultimo discendente della mia famiglia e la pensione mi basta a malapena per vivere, certo non per conservare questa casa come meriterebbe. In questi anni ho venduto i pezzi più pregiati per poter compiere almeno le riparazioni più necessarie, ma non potrò andare avanti ancora per molto, anche se, come vedi, è rimasto ben poco da salvare. Ultimamente sto dedicando tutti i miei sforzi alla biblioteca, non posso pensare di veder andare in rovina anni e anni di acquisizioni da parte dei miei antenati. Quando mi hai sorpreso, stavo tentando di fare e rifare un po’ di conti, che purtroppo non tornano mai.” concluse Armando, sconsolato, quando all’improvviso una risata diabolica squarciò il silenzio della casa, facendo sussultare Lucrezia. “Oh, scusami! Ho dimenticato di spegnere il registratore che ho messo sotto la finestra della biblioteca. Sai, magari proprio stasera a qualcuno può venire in mente di arrivare fin qui.”

Mentre tornano da dove erano venuti, la testolina di Lucrezia lavora a grande velocità, elaborando un pensiero dopo l’altro. “Questa casa e la sua biblioteca non devono finire in rovina, ha perfettamente ragione! E se le dicessi che mi impegno a trovare chi la possa aiutare, lei sarebbe d’accordo?”

“Bambina cara, sei molto gentile a preoccuparti per me, ma, come ti ho detto, sono rimasto solo e in paese tutti pensano che questa casa sia vuota. Devo essere grato alla sorte che il sindaco non sia ancora intervenuto, magari pensando che debba essere demolita perché potrebbe essere un pericolo per gli abitanti del paese.” conclude Armando con amarezza.



“Lei mi ha letto nel pensiero! È proprio al sindaco che stavo pensando di rivolgermi per cominciare a fare qualcosa… e ci riuscirò, o non mi chiamo più Lucrezia!” conclude con fierezza la ragazzina. “Mi permetta di fare un tentativo, la prego!”

Armando esita, tutti quegli anni di solitudine e di stenti non sarebbero stati cancellati, i suoi problemi non sarebbero stati risolti dalla caparbietà di una ragazzina sognatrice, si dice. Però l’entusiasmo di Lucrezia lo riscalda e lo conforta. Che cosa potrebbe perdere a fidarsi di lei? Magari sarà l’ennesima delusione. O magari no…



(continua in inverno...)


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