FILI D'AQUILONE
rivista d'immagini, idee e Poesia

Numero 66
marzo 2024

Inverno

 

INVERNO. IL PIANO SI ATTUA

di Annarita Verzola



(continua dall'autunno...)
Armando esita, tutti quegli anni di solitudine e di stenti non sarebbero stati cancellati, i suoi problemi non sarebbero stati risolti dalla caparbietà di una ragazzina sognatrice, si dice. Però l’entusiasmo di Lucrezia lo riscalda e lo conforta. Che cosa potrebbe perdere a fidarsi di lei? Magari sarà l’ennesima delusione. O magari no…

Mentre si annoda con cura la cravatta davanti allo specchio macchiato in camera da letto, Armando ancora non riesce a credere che le cose potrebbero cambiare.

Già scoprire che la caparbia Lucrezia fosse proprio la figlia del sindaco era stata una bella sorpresa, ma non avrebbe mai creduto che sarebbe riuscita a mettere le cose in movimento in così poco tempo. Guarda nervosamente l’orologio, il sindaco sta per arrivare e lui ha cercato di mettere un po’ d’ordine e di togliere un po’ di polvere, ma la povertà e il degrado sono così evidenti che all’improvviso Armando si vergogna e si scopre a desiderare che il sindaco abbia un contrattempo o gli comunichi di aver cambiato idea e non venga più.

Invece ecco un rumore di passetti veloci seguito da altri più lenti e pesanti. Armando tira un gran respiro e scende a incontrare gli ospiti.



Tutto si svolge come in un sogno, questa è la sensazione di Armando nel ripensare alla lunga visita del sindaco. Lucrezia è un uragano di parole, trascina il padre in giro per le stanze, elogiando i mobili e gli arredi come un’esperta antiquaria e dando il meglio di sé in biblioteca: come non seguire la sua fantasia sfrenata che vede la villa restaurata e trasformata in un museo della cultura locale? Come non entusiasmarsi alla sua vivace descrizione della biblioteca aperta a tutti per studio, ricerca, presentazioni di libri e conferenze di storia?

Frastornato e commosso, Armando si lascia stringere la mano dal sindaco e abbracciare da Lucrezia.

“Signor Armando, sono proprio contento che mia figlia mi abbia convinto a venire qui e a vedere con i miei occhi che gioiello nascosto sia la sua bella casa. Sarà mia premura parlarne nella prossima seduta del consiglio comunale!” conclude il sindaco con un’ultima stretta di mano.

L’inverno non è molto freddo, per fortuna, pensa Armando mentre almeno la sera cerca di far partire la vecchia caldaia. I termosifoni arrugginiti gorgogliano e borbottano, come se partecipassero all’eccitazione del momento.



Per guadagnare tempo, Lucrezia ha convinto il padre a tenere una seduta del consiglio comunale aperta anche ai cittadini; più persone verranno a conoscenza della situazione, più veloce sarà l’intervento. O almeno così spera Lucrezia. Ottenuto il permesso dal padre, Lucrezia compone un breve ma efficace testo che poi fotocopia a scuola, e con l’aiuto degli altri Inseparabili lo distribuisce in ogni negozio del paese.

Il giorno della seduta c’è molta curiosità, la sala comunale è piena e si è dovuto lasciare spalancata la porta che da sull’atrio per permettere di sentire anche a chi non sia riuscito a entrare. Il sindaco racconta ai compaesani i fatti, dalla gita notturna dei ragazzi nel giardino della villa abbandonata alla scoperta del suo occupante, dalla accurata visita che ha fatto alla villa ai progetti di recupero. Tutti ascoltano con attenzione e al termine del discorso del sindaco gli interventi sono numerosi e tutti favorevoli al recupero.



La maggior parte dei paesani ha ricordi legati a quella villa semi abbandonata, e molti di loro insieme con i commercianti si impegnano a versare una generosa offerta che permetta al Comune l’acquisto della villa e i necessari lavori di ristrutturazione. Il padre di Simone, titolare della più grossa impresa edile della zona, per parte sua si impegna a realizzare i lavori chiedendo il solo pagamento del materiale. Ora non resta che accordarsi con il signor Armando per la compravendita.

Stanno cadendo i primi fiocchi di neve quando Armando riceve una delegazione di cittadini, capeggiata dal sindaco, e viene informato del buon esito del progetto. Non gli sembra ancora vero eppure, grazie a quella caparbia ragazzina, la sua casa tornerà a vivere e sarà conservata nel tempo.

“Che cosa farà con i soldi della vendita?” chiede un pomeriggio Lucrezia ad Armando, mentre prendono il tè nella biblioteca.

“Il padre del tuo amico Simone mi ha proposto di acquistare a prezzo agevolato una casetta che ha costruito da poco. Non dovendomi più preoccupare dei libri e dei mobili, per me andrà benissimo e mi basterà poco per arredarla con l’essenziale.”



“Davvero non le dispiacerà lasciare la casa in cui ha vissuto tutta la vita?” chiede ancora Lucrezia, guardandosi attorno.

“No, perché in realtà io non la lascerò. Mi sono offerto di fare il custode, la terrò aperta tutto il giorno, mi occuperò della biblioteca e di qualsiasi altra cosa possa essere utile per il buon funzionamento del museo e delle attività.”

“È una bellissima idea!” esclama Lucrezia, battendo le mani per la contentezza.

Il tempo buono favorisce i preparativi e l’inizio dei lavori. Il signor Armando si trasferisce nella nuova casetta mentre i mobili vengono affidati al restauro e i libri accolti con cura in un luogo caldo e sicuro.

Il cantiere apre e la vecchia villa abbandonata comincia a riprendere vita.



(continua in primavera...)


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