FILI D'AQUILONE
rivista d'immagini, idee e Poesia

Numero 35
luglio/settembre 2014

Soste & Percorsi

 

CARO DIARIO

di Annarita Verzola



1 luglio 2014

Perché i grandi devono essere così sciocchi? I miei genitori quest’anno mi avevano promesso che se avessi preso un bel voto agli esami di licenza media, come regalo mi avrebbero portato a fare un viaggio dove volevo io. Non mi sembrava vero, è un sacco di tempo che volevo andare a visitare a Torino il Museo Egizio e a Milano il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia. Beh, come credi che abbiano reagito quando gliel’ho detto? Si sono guardati in faccia e poi hanno guardato me come due allocchi. “Veramente pensavamo a Eurodisney!” ha detto papà e la mamma ha subito annuito. Se ci tengono tanto ad andarci perché non lo hanno detto subito?


3 luglio 2014

I preparativi sono stati i più rapidi che io abbia mai visto in tutta la mia giovane vita. Siamo all’aeroporto e sono sempre più convinto che mamma e papà siano più eccitati di me. Per dire la verità io non sono proprio eccitato, direi piuttosto incuriosito. In fondo in fondo ho paura di annoiarmi, mentre a Torino e a Milano mi sarei organizzato perché già sapevo che cosa avrei voluto soprattutto vedere, oltre che girare i due musei in lungo e in largo. Abbiamo fatto colazione e adesso mamma sta facendo un selfie da mandare su Facebook alle sue amiche. Ha provato a convincermi a posare con lei, ma per fortuna papà voleva andare a comperare il nuovo numero di Dylan Dog da leggere in aereo e io sono andato con lui.


4 luglio 2014

Ieri sera non ho avuto tempo di scrivere perché appena siamo arrivati al Disneyland Hotel (detto fra noi sembra fatto di zucchero) mamma e papà si sono subito procurati un depliant del parco e hanno incominciato a guardare tutte le attrazioni per decidere il percorso da seguire. Non ci crederai, ma non riuscivano a mettersi d’accordo! Alla fine hanno fatto due itinerari diversi, ma si rimbeccavano a vicenda perché mamma diceva che papà aveva scelto cose da maschiacci e papà naturalmente che mamma voleva un percorso da femminucce. Alla fine si sono ricordati di me e mi hanno chiamato per sentire che cosa ne pensassi. Io non volevo scontentare nessuno dei due così ho scelto un po’ di attrazioni che piacevano a papà e un po’ di quelle che piacevano a mamma. Adesso scrivo mentre loro sono in fila per i biglietti. Ogni tanto mi si avvicina un personaggio e mi parla; io non conosco il francese, ma ho capito che vogliono sapere se mi piacerebbe fare una foto con loro. Io faccio sempre segno di no con la testa, così se ne vanno.



5 luglio 2014

Se tutte le giornate saranno come quella di ieri, credo proprio che fingerò di star male e chiederò che mi lascino in camera. Adesso papà non mi domanda neanche più se voglio salire con lui su quelle attrazioni da brivido con salti spaventosi, giri della morte, altezze vertiginose e cose simili. Non mi va certo meglio quando vado in giro con mamma: ogni negozio per lei è una sosta fissa e non esce finché non l’ha girato tutto. Alla fine è sempre scontenta perché ha comprato qualcosa e poi ne ha vista una che le piace di più, oppure perché non l’ha comperata e non si ricorda più dove l’ha vista. Te l’immagini come sarei stato bene nel silenzio del Museo Egizio tra le mummie?


7 luglio 2014

Non pensare che mi sia scodato di te, ma scriverei sempre le stesse cose e sai quanto io detesti essere monotono. Siamo qui da tre giorni e ancora i miei genitori non danno segno di cedimento. Io non ne posso più e devo assolutamente trovare un modo per andarmene da questo paese dei balocchi. Ho deciso che stasera li affronterò e dirò loro che è ora di crescere.



8 luglio 2014

Penserai che io sia matto, ma forse la fata Turchina ha sentito i miei lamenti e mi ha esaudito! Stamattina mentre facevamo colazione papà ha ricevuto una telefonata dal lavoro e lo abbiamo visto passeggiare su e giù per la veranda scuotendo la testa e gesticolando come se stesse litigando con qualcuno. Quando è tornato al tavolo aveva una faccia scura di quelle che non annunciano niente di buono. Ha borbottato di non so quale emergenza al lavoro che rendeva necessario il nostro rientro in giornata perché dal giorno dopo avrebbe dovuto presentarsi in ufficio. La mamma ha ricominciato la solita lagna: possibile che abbiano sempre bisogno di te, li hai abituati male, levi a tutti le castagne dal fuoco, se ne approfittano e poi ha concluso che lei aveva ancora otto giorni di ferie e nessuna intenzione di passarli a casa ad annoiarsi. A questo punto sono entrato in gioco io. Prima di tutto ho dato a papà tutta la mia solidarietà e ho detto di essere orgoglioso che lui fosse così importante in ufficio, poi ho solidarizzato anche con la mamma, poverina, che non doveva rinunciare così alle sue ferie, e ho buttato là con noncuranza la mia proposta. All’aeroporto papà avrebbe preso il volo per Roma e la mamma ed io invece saremmo andati prima a Milano e poi a Torino. Mamma si è subito entusiasmata, soprattutto quando le ho suggerito che avrebbe potuto benissimo lasciarmi girare per i musei mentre lei si distraeva un po’ con i negozi. Sono abbastanza grande per badare a me stesso in un luogo circoscritto come un museo.


9 luglio 2014

Papà ieri è arrivato così presto a Roma che ha pensato bene di andare subito in ufficio, tanto era da solo. Mamma e io ci siamo sistemati a Milano e adesso posso tirare fuori il mio taccuino e pianificare il percorso e le tappe. Mamma è stata molto carina a offrirsi di venire con me, ma io non ho accettato che si sacrificasse e l’ho rassicurata: saremmo stati benissimo tutti e due. Ci siamo dati appuntamento per pranzo all'uscita del Museo Nazionale, così potrò tornare dentro caso mai non abbia finito il mio giro. Adesso comincia il divertimento, te lo assicuro!




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