FILI D'AQUILONE
rivista d'immagini, idee e Poesia

Numero 60
marzo 2022

Luna

 

IL DONO PIÙ PREZIOSO

di Annarita Verzola



C’era una volta un paese lontano lontano sul quale regnava una regina giovane e arrogante, salita al trono troppo presto a causa della morte improvvisa dei regali genitori.

Domitilla, così si chiamava la regina, fino a poco tempo prima aveva trascorso le proprie giornate in compagnia delle dame di corte, dedicando tutto il proprio tempo ai divertimenti, ai balli, alla musica e ai banchetti, trascurando così lo studio duro e necessario per diventare una buona sovrana.

Invano i suoi precettori avevano scongiurato il re e la regina di intervenire, entrambi erano accecati dall’amore per la loro unica figlia e le concedevano tutto ciò che voleva, certi che la sua ascesa al trono fosse ancora lontana.



Divenuta regina, Domitilla si rese conto ben presto di non saper governare il proprio regno, ma era così presuntuosa che non poteva ammettere di avere sbagliato.

I suoi consiglieri la imploravano ogni giorno di aprire i libri e di studiare con i precettori, di seguire i loro insegnamenti che ancora non tutto era perduto, ma Domitilla si vergognava della propria assoluta ignoranza e inventava scuse su scuse per non applicarsi. Doveva trovare il modo per rendere impossibile la vita ai suoi persecutori e una notte, affacciata alla finestra della camera da letto, vide una splendente luna piena ed ebbe un’idea che le parve geniale.

Il mattino seguente scese nella sala del trono e chiamò a raccolta i consiglieri.

“Sapete che possiedo magnifici gioielli in abbondanza, lasciatimi dai miei poveri genitori, ma stanotte ho visto il più bello di tutti e lo voglio; se lo possiederò, mi metterò di buon grado a studiare e farò del mio meglio per diventare una buona regina.”

Ai consiglieri non parve vero e decisero che avrebbero procurato a qualsiasi prezzo alla regina Domitilla il gioiello che tanto desiderava.

“Diteci, maestà, e faremo l’impossibile per accontentarvi!” esclamarono con una sola voce i consiglieri.

“Ebbene, ho visto qualcosa che splende più delle preziose perle che sono nei miei scrigni. Ho visto la luna candida e scintillante e la voglio tutta per me.”



I consiglieri rimasero attoniti a fissare la regina, poi si guardarono l’un l’altro e uscirono desolati dalla sala del trono.

La regina Domitilla doveva essere impazzita e ciò avrebbe condotto il regno alla rovina.

Mogi mogi andarono a chiedere consiglio al vecchio e sapiente mago del castello, implorandolo di trovare nei suoi libri un incantesimo che permettesse loro di accontentare la regina.

Il mago scosse la testa, era un desiderio impossibile da realizzare, ma promise che avrebbe cercato e domandò un giorno e una notte di tempo per tentare.

Trascorso il tempo stabilito, i consiglieri tornarono dal mago pieni di speranza, ma il vecchio scosse tristemente la testa. Era impossibile accontentare la regina.

“Se me lo permettete, forse ho avuto un’idea che ci può aiutare”, disse il giovane apprendista del mago.

I consiglieri erano talmente disperati che gli ordinarono subito di tentare.

Quella notte stessa il giovane apprendista andò a bussare alla porta della camera da letto della regina Domitilla e la invitò a seguirla in giardino.

Quando furono vicino al pozzo, il giovane apprendista disse alla regina: “Una potente magia ha imprigionato la luna dentro questo pozzo solo per voi. Ora è tutta vostra e quella che vedete in cielo è solo un pallido simulacro lasciato lassù per non spaventare gli uomini con la sua sparizione. Non potrete indossarla come un gioiello, è vero, e se tenterete di toccarla, si dissolverà, ma sarà qui ogni notte solo per voi. Un’ultima cosa, maestà, se verrete ad affacciarvi al pozzo per guardare la luna e vi accorgerete che non è più tonda come una perla, sappiate che avete fatto qualcosa di sbagliato e che dovrete rimediare. Se ci riuscirete, la luna piano piano tornerà tutta intera.”



La regina Domitilla non osò ribellarsi perché il suo desiderio era stato esaudito e dal giorno dopo cominciò a studiare con impegno e con pazienza.

Ogni sera andava ad affacciarsi al pozzo e ben presto si accorse con spavento che la luna si stava assottigliando via via finché ne restò solo una sottile falce.

La regina raddoppiò gli sforzi e l’impegno e ogni sera andava al pozzo a controllare, accorgendosi con sollievo che la falce si allargava lentamente fino a che una notte la luna tornò tonda e scintillante come la più splendida delle perle.

Trascorsero molti mesi e Domitilla diventava sempre più istruita e giudiziosa. Stava imparando a governare con saggezza e più studiava, più le era facile comprendere e risolvere i problemi del suo popolo.

E studiando non le occorse molto tempo anche per capire che il giovane apprendista mago era stato più furbo di lei con la storia nella luna del pozzo.

Domitilla lo nominò primo consigliere e con il suo aiuto governò saggiamente e felicemente il suo popolo per lunghi anni.



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