| MALAMORE 
Al male d’amore, chi ci crede più
mai fu chiara con me
 quella voce doppia
 quando il fumo dal tetto si alzò
 per dire sì
 ad orecchi chiusi...
 
 Ordini al banco, dimostrando forse
 che se pure vivremo
 oltre quelle colonne
 nulla di fatto in più o in meno, e senza mani
 si continuerà a scavare
 con i gomiti.
 
 No, la prego, non si scomodi:
 deploriamo il sentimento eccessivo.
 Sbaragliamo ogni illusione tra noi
 scordando che anche loro
 non ritornano.
 ROSSO DI SERA
 
Eri la “rossa” Mazzucchelli
splendente di zolla e fuliggine
 la pelle di noi gatti borghesi
 il tuo vello di Giàsone…
 Ma quando ridevi di me, mi cedevi
 un francobollo di terreno
 per un’innata decenza, o il piacere
 di complicare il tuo segreto.
 
 Tira le briglie la sera
 di fronte alla sosta del sedici
 rendono l’anima gli uffici
 ai ghirigori di nuvole
 e non sentiamo più il polso, ammantati
 dalla paralisi ottobrina:
 a volte avverte così, l’ultimatum
 che è giunta l’ora di tornare.
 
 Restava un corno di muro
 avanzo di antiche compagini
 come qualcosa scagliato giù da Marte
 e poi lasciato alle vipere...
 E ora quando ridi di me, mi rammenti
 la pozzanghera in cui
 vanno a spegnersi i sogni, e il gran piacere
 di tirare su le reti.
 EL DORADO
 
Il sonno spezzato tra di noi
se lo inghiottono i palazzi di vetro
 indifferenti al metro
 e alle ragioni per cui
 ci dissanguammo all’El Dorado Café…
 
 Quante cose da farsi
 e quel pulpito a pochi centimetri
 dal giro di boa, ma stretto
 sotto il neon imperturbabile il giorno
 si richiudeva ancora prima di aprirsi…
 
 Nel tempo che ci resta
 scintilleranno altre opportunità
 e viste dorate: ma ogni notte
 il vento fischierà su quelle
 abbandonate.
 ADIÓS AMIGOS
 
Odio l’estate 
cantava Bruno Martino
 ma non ce la sentiamo di aspettare il bis
 pur fiutando l’esclusiva, rimaniamo
 giù al pianterreno. Splendidi
 raschiamo il nero dalle fughe: a sognare
 un’occasione ci si stanca.
 
 Tutto corre al galoppo
 per il verso sbagliato
 e chi scagliò la prima pietra
 ora palpeggia la bomba.
 È la grande opportunità per chi sognava
 gli sbirri fuori porta
 e nuove transazioni sotto vetro.
 
 Quest’estate
 non cambiare, cantava
 ma il lido è già deserto come a fine agosto
 e costeggiando il muro abbiamo letto
 adiós amigos, e poi nomi su nomi...
 Non ci saranno sorprese:
 a sognare un’occasione viene tardi.
 CAMARGUE
 
Nessun domani emenda
le cose andate, ma
 per una stravaganza
 sfreghi il paltò e rivedi – la Camargue
 (Pardon, je comprends pas...)
 
 Oltre il nastro bianco della spiaggia
 la cartapecora
 del tempo che si sfaglia.
 
 Si contraddice il mare: senza noi
 non sopravviverà.
 PRIMAVERA
 
Non c’è fede 
in un suolo rubato alle acque
 eppure al Bistrò
 dove il sogno si attarda
 resti a bere un goccio con me…
 
 E sopra i caseggiati
 senza fretta ancheggia la notte
 fortunato chi
 sotterrati i suoi conti sospetti potrà
 nascondersi solo per poi
 farsi trovare...
 
 Sotto il becco aguzzo di amorini
 si lasciano andare
 a un merengue indiavolato:
 chi disapprova
 il tracollo negli abiti, sa
 che è solo l’inizio, e in fondo
 è già primavera.
 
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