FILI D'AQUILONE
rivista d'immagini, idee e Poesia

Numero 56
settembre-dicembre 2020

Caos

 

ASCOLTARE, UNA RUBRICA
PER LE ORECCHIE 2.0

di Stefano Cardinali



Mai più


Nel 1970 i Led Zeppelin sono all’apice della notorietà: in meno di due anni la band è arrivata a vantare vendite da record per i primi due album e riesce a fare il pieno di spettatori a ogni concerto. Anche la critica sta dalla loro parte e quella commistione di rock duro e blues, in seguito, li indicherà come pionieri dell’hard rock. “Siamo più famosi dei Beatles” dicono di sé stessi (forse non corrispondeva al vero ma i Fab Four si erano appena separati e solo col tempo entreranno nel mito).

Nell’ottobre dello stesso anno, esce il loro terzo lavoro: Led Zeppelin III (anche questo album segue la numerazione in numeri romani come il secondo). Il disco, nonostante si differenzi dai precedenti ha un successo di vendite considerevole. Ma la critica musicale lo boccia: non è ancora tempo per una trasformazione che vira verso il folk. Insomma l’impatto sugli esperti del settore è piuttosto negativo, la svolta acustica non piace e spinge Plant e soci a non programmare concerti per promuovere il disco e a mettersi subito al lavoro per quello seguente.
E dire che l’album si apre con Immigrant Song, brano decisamente rock così come lo sono Celebration Day o Out on the Tiles. C’è anche lo splendido blues di Since I’ve Been Loving You dove nelle prime cinque note sembra che Jimmy Page voglia strappare le corde della sua chitarra tanto prelude alla drammaticità del prosieguo. Ma è la seconda facciata del disco a suscitare critiche negative: Gallows Pole, That’s the Way, Bron-Y-Aur-Stomp insieme alla delicata ballata Tangerine vengono mal digerite.

Nel marzo del 1971 i Led Zeppelin riprendono i concerti dal vivo in Europa con una tournée che si svolge essenzialmente in Gran Bretagna ma che tocca anche Francia e Danimarca. Nelle scalette di quelle esibizioni non ci sono brani dell’ultimo lavoro tranne Since I’ve Been Loving You che è destinato a diventare un classico.



Il 5 luglio 1971 i Led Zeppelin sono al velodromo Vigorelli di Milano. Quello che accadde quella sera condizionerà per sempre lo svolgersi dei concerti rock in Italia e spingerà la band inglese a prendere una decisione drastica.
Da parte degli organizzatori c’era stato un enorme esborso di denaro per portare in Italia la band più famosa del mondo perciò, per ammortizzare le spese, decisero di abbinare la loro esibizione a una tappa del Cantagiro.
Il Cantagiro era una sorta di Giro d’Italia della canzone dove ogni sera veniva eletto il vincitore di tappa fino a quella finale dove veniva proclamato il vincitore assoluto. Quindi essenzialmente musica per famiglie e per una platea molto diversa dal popolo rock arrivato a Milano per i Led Zeppelin. Questo fece sì che molti degli artisti non riuscirono a completare la loro esibizione spinti fuori dal palco dalla contestazione del pubblico e l’esibizione dei ragazzi inglesi iniziò prima del previsto.

Alle prime note di Black Dog (brano inedito, aprirà la facciata A del nuovo disco) fuori dal Vigorelli inizia la guerriglia. Una moltitudine di ragazzi non ancora entrati perché non interessati agli artisti del Cantagiro si accalca agli ingressi e il momento diventa incontrollabile. Negli inevitabili disordini che seguono si aggiungono anche alcune frange di provocatori che cercano di accedere senza biglietto. La polizia reagisce coi lacrimogeni per disperdere la folla, il fumo arriva anche sul prato del Vigorelli dove nel frattempo i Led Zeppelin, nonostante i boati provenienti dall’esterno, cercano di portare avanti l’esibizione. Dopo il pezzo d’apertura eseguono Dazed And Confused e Since I’ve Been Loving You. Quando Jimmy Page parte con l’intro martellante di Whole Lotta Love alcuni lacrimogeni vengono sparati all’interno del velodromo generando il panico. A quel punto la band lascia il palco e la situazione degenera anche dentro la struttura. La serata si concluderà fortunatamente senza vittime ma con una quarantina di feriti e sedici arresti.

Il caos generato dalla folle iniziativa degli organizzatori di abbinare un evento di rock puro a uno moderatamente pop e alla reazione delle forze dell’ordine che alcuni testimoni raccontano di aver visto sparare lacrimogeni ad altezza d’uomo porterà alla radicale decisione della band inglese di non esibirsi MAI più in Italia.


Nota
la ricostruzione dei fatti del Vigorelli è stata possibile grazie all’intervista rilasciata da Riccardo Bertoncelli al sito Rockol firmata [dp] e all’articolo I LED ZEPPELIN E QUELLA NOTTE MALEDETTA AL VIGORELLI sul sito Onda Musicale firmato da Andrea La Rovere.
Sul sito LED ZEPPELIN.com oltre a innumerevoli curiosità e informazioni sul gruppo è possibile trovare la timeline dei loro concerti con relative scalette, dal primo al Teen-Clubs, Box 45, Egegaard Skole a Gladsaxe in Danimarca nel settembre del ’68 fino all’ultimo in formazione completa all’Eissporthalle di Berlino nel luglio del 1980.


cardstefano@libero.it