FILI D'AQUILONE
rivista d'immagini, idee e Poesia

Numero 52
maggio/agosto 2019

Sorelle & Fratelli

 

GIOCHI GEMELLI
(The Musical Box - Genesis 1971)

di Stefano Cardinali



Suona la mia canzone, suonala adesso.

Suonala, anche se i tuoi impulsi combattono per allontanarti da me, per tentare di non distinguere più la mia immagine, lottano per cancellare la nostra breve ma sorprendente storia.

Suona la mia canzone, suonala adesso.

Suonala e potrò tornare nei tuoi sogni quando ne avrò voglia. Potrai vedermi di nuovo, per sempre bambino e vorrai ricominciare da dove avevamo lasciato. Se aprirai la scatola magica, quando riconoscerai la musica dalle prime note, allora potremo tornare a stare insieme e riprenderemo il nostro gioco.

Potrò riaverti vicina e carezzare i tuoi capelli, seguire col dito il profilo del tuo volto.

Potrò riconoscere il tuo corpo.

Suonala e capirai che ti hanno mentito, che hanno costruito i tuoi ricordi, quello che sai di noi è solo una barriera innalzata da altri. Ti hanno allontanata e tu, ora, credi che io non ti abbia amato, che tu non mi abbia mai amato perché le nostre mani sono lontane, perché ti hanno spinto a dubitare della mia esistenza. Invece no, eccomi ancora qui, accanto a te, certo, distante dal tuo corpo, dalla tua ragione ma in armonia con i tuoi sentimenti. Basterà poco per riunirci ancora, lasciati andare, suona la mia canzone.

Suona la mia canzone, suonala adesso.

Suonala e potrai sentirmi, toccarmi. Oltrepassa il muro che ci divide e saremo a contatto. Perché non mi tocchi? Toccami! Toccami! Toccami adesso! Devi soltanto ricominciare a credere in me cancellando le bugie degli altri. Solo così torneremo a sorridere insieme, così potremo riprendere i nostri giochi e tu, lasciandoti andare come sapevi fare, ti regalerai nuovo piacere.

Ed è proprio il piacere che ci ha divisi.

So che ora puoi ascoltarmi, prova quindi a ricordare il tempo trascorso insieme, dalla prima luce che ci abbagliò alla nascita fino alla mia scomparsa, al buio che da allora mi circonda. Quando ci riuniremo, quando i nostri spiriti torneranno a formarne uno, solo allora rivedrò l’aura oscura che ti contiene.

Ricordi le nostre scoperte? i piccoli passi percorsi una accanto all’altro? I nostri sguardi e la consapevolezza di vivere le stesse emozioni? Quelli erano i primi piaceri, la rivelazione di essere simili ma indipendenti, autosufficienti sì, anche se tu bastavi a te stessa più di quanto io soddisfacessi me. Per questo ti cerco ancora, nella notte che mi circonda la tua luce tenebrosa tornerà a essere la mia guida.

Suona la mia canzone, suonala adesso, ascoltami!

Rammenti i nostri giochi e le ferite che ci siamo inferti? L’appagamento alla vista del sangue, il mio, il tuo, fusi in un’unica linea che dolcemente riconduceva al vincolo che ci accompagna dalla nostra nascita? Ne serbi memoria?

Suona la mia canzone e riprendi a gioire, replica su di te il nostro ultimo capolavoro. L’opera che ci separò trascinandomi nel buio, questa volta ci ricongiungerà in eterno.

Apri la scatola magica e il carillon suonerà la mia canzone. Aprila e impugna ancora il coltello che ci divise. La musica che ne scaturirà diventerà per sempre nostra quando userai su di te la lama, quando traccerai il solco definitivo. Come facesti con me.

Ecco che finalmente ci riuniremo, torneremo ad amarci come accadde dal nostro concepimento. Per sempre, come allora.

Ascolta queste note: era la mia, ora è la nostra canzone.


cardstefano@libero.it