FILI D'AQUILONE
rivista d'immagini, idee e Poesia

Numero 30
aprile/giugno 2013

Germogli

 

ASCOLTARE
una rubrica per le orecchie

di Federico Platania



Diverse specie di alberi musicali


Mi è sempre piaciuto consultare le discografie, gli elenchi di dischi con anno e titolo che raccontano la carriera di un musicista. Tanto tempo fa, quando internet non c'era, le discografie ce le scambiavamo tra amici, reperite magari su qualche rivista specializzata o su qualche testo monografico. Erano mappe preziose per orientarsi tra selve di titoli. Poi con la rete è diventato tutto più semplice e oggi non c'è artista, anche minore, che non abbia la sua brava voce di wikipedia con tanto di discografia dettagliata.

Gli elenchi sono sempre affascinanti, c'è tutta una letteratura in merito. Nel caso delle discografie c'è un elemento di curiosità in più. Perché quelle mute liste di titoli nascondono mondi di suoni da scoprire. Spesso gli artisti cambiano genere nel corso della loro carriera, ma finché non ascoltiamo davvero ciò che hanno composto possiamo solo fantasticare su come sarà la loro musica e su come si è sviluppata lungo quell'elenco di opere.

Oggi YouTube, Spotify e altri servizi simili ci permettono di toglierci la curiosità abbastanza facilmente, ma in passato non si poteva fare altro che immaginare. Ricordo che quando ero ragazzino lessi da qualche parte che esisteva un disco degli Spirit intitolato The Twelve Dreams Of Dr. Sardonicus che a me sembrava un titolo bellissimo e misterioso e a lungo mi sono chiesto come fossero le canzoni che lo componevano. Immaginavo un disco cupo, teatrale, inquietante. Quando poi lo ascoltai mi resi conto che era "solo" (si fa per dire) un bellissimo disco di rock psichedelico.



Ma parliamo di germogli, appunto. Qual è il germoglio in una discografia? Il primo titolo, da cui parte tutto. Spesso l'albero che cresce è una sequoia (Frank Zappa, 94 album; Tangerine Dream, stesso numero, senza contare live, compilation, eccetera), in altri casi il germoglio è tutto ciò che c'è (Jeff Buckley, un solo album, bellissimo, Grace, poi la morte improvvisa dell'artista) oppure fa poca strada sempre a causa di scomparse premature o scissioni (Joy Division, solo due dischi, ma decisivi; Television, 3 dischi altrettanto importanti).

Ci sono poi germogli ingannevoli (chi poteva supporre, ascoltando i primi dischi dei Bee Gees, che quel gruppo avrebbe poi contratto la "febbre del sabato sera"?) e germogli ingombranti (nel tempo c'è stato costantemente chi ha sostenuto che i Pink Floyd, già dopo il primo album, non erano più quelli di una volta…)

E poi ci sono i germogli sopravvalutati. Nel 1974, i Jet, una formazione londinese di glam rock, piazzò un paio di singoli che fecero grande scalpore. Quando uscì l'album già non se li filava più nessuno e si sciolsero in studio, mentre componevano il secondo disco che non vide mai la luce.


federico.platania@samuelbeckett.it