FILI D'AQUILONE
rivista d'immagini, idee e Poesia

Numero 28
ottobre/dicembre 2012

Lusso

 

LUSSUOSA SINFONIA

di Marco Furia



*

Lussuosa sinfonia
d’indenni stili
silenti, disinvolta
fluida trama
fisionomico tratto
zitta frase
incolume loquela
che si esprime
in disciolto spartito
in non sonora
pur subitanea musica
in un gaio
effimero, fuggevole
sincero
elegante riverbero
di muto
e provvisorio sfarzo
(nullo dire
immagine, memoria?)
ed ecco, illesa
una tacita voce
repentina
senza inganno mi accoglie
come un’eco
un ritmo, un pentagramma
d’affettuosa
e leggiadra carezza
raffinato
splendido tocco, vivido
bagliore.


*

Sfarzose scaglie, umidi
colori
verdi lamelle tacite
increspate
lisce, tonde, aghiformi
alacri e pigre
a peduncoli appese
(nulla eco
già eufonia), tra leggiadri
tenui, lievi
di nervature intrecci
ecco, mi sfiora
la muta clorofilla
ampio respiro
zitto d’insonne bosco
e tra profumi
linfe, cortecce, bacche
scorze, squame
timido, molle il muschio
forse dice
di cedevole garbo
(mai udita
fluida, arborea cadenza?
Forse buio
inerte pentagramma?)
sfoggio vivo
fitta macchia, riflessi
musicali
selvatiche carezze,
melodiose.


*

Tra arpeggi rilucenti
lussi, stili
riverberi, riflessi
scaglie d’eco
sonorità mai fosche
un repentino
itinerario ritmico
pur scrive
poesie di policromi
baleni
acustici rimandi
in nulla bui
integri pentagrammi
non concisa
né prolissa cadenza
intatta gioia
subitaneo brillio
(pur calma e inquieta
meraviglia?), scintille
terse voci
nitide partiture
linda, chiara
coreografica musica
leggiadro
sfoggio, fisionomia
sì melodiosa
gemmea lucerna, limpida
canzone
indenne sogno armonico
che chiama.


*

Di tacita cadenza
repentina
la sinfonia pur zitta
mostra voce
d’intimo, subitaneo
impulso lieve
nascosto (silenzioso
istante, attuale
non oblio né memoria)
di baleno
percepibile tocco
inaspettata
impronta, fluida scaglia
sfarzo buio
insolente riflesso,
ed ecco, ancora
metrico il sogno vivido
si muta
in linguistico ritmo
ormai lussuoso
vocabolo, pronuncia
sciolta frase
acustico percorso
foggia d’echi
prosodica armonia
per nulla pigri
idiomatici simboli
sì chiaro
lessico, pentagramma
di loquela.


*

Euritmico organismo
fluido zelo
sollecito linguaggio
che mi dice
di millenario enigma
odierno e antico
sinfonico rimando
di sincera
idiomatica orchestra
(impaginato
non impresso silenzio?)
indenne suono
momentanea, durevole
già frase
arpeggio, manifesta
non ambigua
fisionomia prosodica
che include
grammatiche, riverberi
armoniosi
in concerto lessemi
tocchi chiari
di musica fattezze
(a lusso affine
melodia di sintassi?)
sciolta voce
intensi lineamenti
sfarzo vivo
brillio, fascino, fulgida
parola.


*

Tra gli sfarzi di ritmiche
cascate
(acquee musiche insonni)
e tra gli echi
di cedevoli muschi
e gli aspri effluvi
mi colpisce la grazia
di leggiadra
svolazzante farfalla
(zitta rana
enfia vescica turgida)
sorpreso
osservo il fluido arpeggio
tocchi lievi
di ultimi riflessi
repentini
vividi sul fogliame
(che non svela
l’impalpabile insidia
dell’intrico
costruito dal ragno)
poi già il lume
l’arrossato riverbero
pur muto
sinfonico gran lusso
melodioso
d’effimero tramonto
e poi bagliore
discontinuo di lucciola,
che tace.


*

Non udibile arpeggio
sfarzo inquieto
armonico riflesso
(musicali
sopra tranquille acque
insonni, schivi
taciti lineamenti?)
scaglie chiare
argentee già si mostrano
le lievi
minime ma infinite
melodiose
impronte del silenzio
sparse luci
liquide meraviglie
fluide frasi
mutevoli gioielli
zitte rughe
cosmici pentagrammi
di lussuoso
concerto non acustico
marino
notturno (lustra scia
di nessun dire
scintillante pronuncia?)
sì leggiadro
coreografico garbo
che rivela
il tocco, la carezza
della Luna.


*

Tersi, chiari riflessi
tocchi lievi
fulgidi, subitanee
fluide luci
sì minuscole grinze
repentine
zitti, lacustri arpeggi
gemme illese
ostentazioni minime
leggiadri
accenti, impronte ritmiche
pur suoni
brillii taciti, assidua
ecco, mi chiama
la tacita cadenza
già lo stile
vivido, solitario
mai udito
l’eufonico silenzio
che pur sfiora
le giogaie e le vette
melodioso
d’aromatico vento
sfarzo schivo
insondabile garbo
musicale
tra rocce meraviglia
azzurra eco
non acustica, alpestre
canto muto.


*

Vivido desiderio
musicale
immagine, cadenza
fasto lieve
effimero riverbero
sonoro
tacita prosodia
di zitto, schivo
insonne contrappunto,
fluida trama
d’enigmatici segni,
parla, dice
sollecito il ricordo
repentino
illeso, alacre, desta
tenue frase
insondabile scaglia
sparsa eco
ambigua, incerta (ritmica
frontiera
tra memoria e memoria?)
trattenuti
lineamenti per attimo
(mai gioia
mite serva d’oblio?
Perpetui stili
fuggevoli riflessi?)
fosca e chiara
mnemonica canzone
pur lussuosa.


*

Lusso d’assidui ritmi
ricco intrico
melodici zampilli
tocchi, toni
vivide, indenni musiche
di lievi
gocce subito sciolte
contro pietra
rosea, lucente, limpido
vivace
di fontana concerto
fluido stile
eufonica cadenza
giammai muto
liquido, aereo sfarzo,
poi improvviso
nell’intreccio di fiotti
ecco, mi attira
l’umido, intatto d’iride
leggiadro
policromo riflesso
che rivela
acquea grazia, spettacolo
splendore
d’alti gettiti intensi
sfoggio antico
scenografico effetto
sempre attuale
di spruzzi gioco fulgido,
sontuoso.



La silloge è inedita.



marco.furia@virgilio.it