FILI D'AQUILONE
rivista d'immagini, idee e Poesia

Numero 24
ottobre/dicembre 2011

Crisi

 

LA VOCE DELLA TERRA

di Elvio Cipollone



De revolutionibus orbium caelestium 2


La sofferenza viene da lontano. Si origina nell’ignoranza che genera presunzione.

Correva l’anno 1543 dell’era cristiana quando Niccolò Copernico, un polacco, pubblicò un trattato dal titolo “De revolutionibus orbium caelestium”. Pochi mesi dopo morì, ma intanto il guaio era fatto. Piano piano, anno dopo anno tutti a dargli ragione: “La Terra non è il centro dell’universo!” urlavano, “Gira tutto intorno al sole!”.
Bella corbelleria, come se ci fosse un centro geometrico da individuare a ogni costo, questo chiodo fisso degli umani. Allora dovrebbero dire che tutto gira intorno al centro della Galassia, o che tutte le galassie girano intorno al centro dell’Universo, o che tutti gli universi girano… che ossessione! Il fatto è che questa osservazione copernicana è arrivata troppo presto, quando ancora gli uomini non avevano gli strumenti logici e matematici per capire che non esiste un sistema di riferimento fisso al quale tutto deve essere riferito, una sorta di Dio dell’universo dove si ancora la Verità. Aldilà di tutte le considerazioni di ordine cosmologico, la vera conseguenza drammatica dello spostamento del centro da me al sole è stata la progressiva distrazione dell’attenzione umana dalla terra che calpestavano.

Spostata la prospettiva oltre l’orizzonte e alzato lo sguardo agli spazi interplanetari, il genere umano si è progressivamente disinteressato delle ferite che infliggeva alla sua Madre Terra. Ha potuto così menare colpi sempre più forti e infierire senza pietà perché non si rendeva nemmeno conto che stava segando il ramo sul quale sedeva. Come se lo scalatore avanzasse con lo sguardo fisso alla vetta senza accorgersi che sta provocando la frana che lo sommergerà.
Ma eccomi qui, col mio inestinguibile senso materno a fare appello affinché l’uomo ascolti il rumore della valanga e riporti lo sguardo al suolo che calpesta. È pur vero che l’uomo non è il centro dell’Universo, ma è altrettanto vero che questa consapevolezza non deve significare che si disinteressi dell’ambiente nel quale vive. È ora quindi che torni a Tolomeo! Soprattutto perché questo sarebbe il segno che la Terra Madre torna ad essere il centro dell’interesse umano, la priorità delle loro osservazioni: Primum vivere, deinde philosophari. Che poi da un punto di vista delle osservazioni astronomiche

Il moto retrogrado di Marte, quale appare a un osservatore solidale con la Terra
 
e cosmologiche c’è da dire che esse vengono effettuate da osservatori che si trovano sulla Terra e il modello eliocentrico con il Sole al centro, praticamente fermo, e tutti i pianeti che gli ruotano attorno in orbite quasi circolari e complanari, sarà semplice da visualizzare ma dice poco su quello che effettivamente si osserva stando sulla terra.
Dopo che Albert Einstein, un tedesco questa volta, ha svelato all’umanità che “Tutto è relativo” e si sono conseguentemente sviluppati gli strumenti analitici e matematici per trasporre la descrizione del moto da un sistema di riferimento all’altro, si può tornare a porre la Terra al centro dei moti universali con la massima precisione scientifica. Se La forza del pensiero sta nel fatto che non riconosce nulla come dogmatico ed è pronto a modificare ogni teoria quando il ragionamento ne dimostra l'inconsistenza, les jeux sont faits!


elcip@libero.it