|  Da tempo seguo con attenzione il lavoro poetico di Lauren Mendinueta (1977), autrice colombiana che da anni vive in Portogallo, a Lisbona. Mi aveva colpito il libro La vocación suspendida [2008, La vocazione sospesa], ripubblicato più volte in parecchi paesi e tradotto in varie lingue, libro di cui avevo parlato sul numero 15 di questa rivista (luglio/settembre 2009) insieme a un'intervista all'autrice. Vivir tan adentro (Vivere così intensamente) è la sua ultima raccolta poetica uscita nel 2023 in Spagna, l’anno successivo in Colombia e da poco pubblicata anche in portoghese. Fin dal titolo si evince il modo dell’autrice di porsi difronte all’esistenza, di abitare il mondo: con tutta sé stessa, senza risparmiarsi. Intensità dei sentimenti che poi si ripercuote all’interno della sua poesia, ne forgia il ritmo, ne salda i contenuti.
Nel libro ci sono alcuni testi che avevo tradotto, come inediti, per il numero 62 di questa rivista: le poesie sono cambiate di poco e nel frattempo quel libro, allora inedito, ha avuto il suo titolo adeguato.
 Qui l’esperienza quotidiana si mescola alle immagini della fantasia, dell’immaginazione dell’autrice colombiana, le visioni convivono con la realtà dandogli un’impronta indelebile. L’inquietudine, sempre presente nella poesia della Mendinueta, in questo libro si addolcisce grazie a una luce singolare proiettata sulle cose, a una luminosità dorata che è quella della sua Lisbona, città presente costantemente nel libro. È la stessa luce, “sottile come una foglia che plana”, presente nel testo dedicato al poeta portoghese Nuno Judice. Mendinueta ha la capacità di riferire, in versi lucidi e suggestivi, percorsi complessi, sentimenti aggrovigliati. In Vivir tan adentro ci parla dell’amore, della vita (con la sua bellezza e le sue assurdità), del dolore (“non è stato facile abituarsi a vivere”) e, nella parte finale del libro, delle donne nel corso della storia, a partire da Saffo.
 
 
 
 POESIE DI LAUREN MENDINUETA
da Vivir tan adentro
 Valparaíso Ediciones, Spagna, 2023
 
 | LUZ DE JULIO EN LISBOA
Esta luz que atraviesa la ventana, esta claridad solar que no duele,
 sutil como hoja que planea,
 anida en mis huesos.
 La luz de julio en Lisboa posee un color,
 ni blanca ni amarilla,
 dorada.
 Como las hojas de un libro muy viejo,
 esta luz también reposa sobre los estantes,
 se funde en la biblioteca y en mis manos.
 Pensar y sentir.
 Luz y ventana.
 Lisboa afuera y adentro.
 Una mancha dorada sobre todos los colores.
 Sólo la ventana me separa del mundo.
 La luz que me visita es una verdad alegre
 en medio de tanta incertidumbre.
 LUCE DI LUGLIO A LISBONA
Questa luce che attraversa la finestra,
 questa chiarezza solare che non fa male,
 sottile come una foglia che plana,
 nidifica nelle mie ossa.
 La luce di luglio a Lisbona ha un colore,
 né bianco né giallo,
 dorato.
 Come le pagine di un libro molto vecchio,
 questa luce si posa anche sugli scaffali,
 si fonde alla libreria e alle mie mani.
 Pensare e sentire.
 Luce e finestra.
 Lisbona fuori e dentro.
 Una macchia dorata su tutti i colori.
 Solo la finestra mi separa dal mondo.
 La luce che mi visita è una verità gioiosa
 in mezzo a tanta incertezza.
 LA HERIDA DEL MUNDO
 
En el cuerpo del mundo hay dolor. 
 No puedo evitar preguntarme
 dónde nos llevará este presente porvenir
 en el que ha Historia es otra navaja abierta al filo del mundo.
 
 ¿Era necesaria esta pira para curar la herida de la Tierra?
 Afuera el silencio es tan verde como el Valle de Napa.
 
 La muerte galopa sobre caballos de viento.
 Cerrando los ojos es posible ver el susurro de las crines.
 LA FERITA DEL MONDO
 
C’è dolore nel corpo del mondo. 
 Non posso fare a meno di chiedermi
 dove ci condurrà questo presente futuro
 in cui la Storia è un altro coltello aperto sul bordo del mondo.
 
 Era necessario questo rogo per guarire la ferita della Terra?
 Fuori il silenzio è verde come la Napa Valley.
 
 La morte galoppa sui cavalli a vento.
 Chiudendo gli occhi è possibile vedere il sussurro delle criniere.
 MI VECINA
 
Mi vecina es poeta y vive sola. 
Las paredes que nos separan
 son finas como hojas de papel.
 Cada mañana la oigo caminar
 por su largo corredor
 arrastrando versos mudos,
 casi puedo escuchar el gesto de su mano
 cuando la cucharita da vueltas en el café.
 Por las tardes mi vecina levita sobre su largo corredor.
 Puedo oír la gravedad de su cuerpo,
 el ademán de su mano
 mientras escribe un poema iluminado.
 Nunca vi su rostro,
 está siempre sepultado en un manuscrito.
 La otra noche toqué a su puerta con mi puño cerrado.
 Varias veces golpeé imitando el latido de un corazón.
 Demorada ella me abrió la hoja de la puerta
 y la vi transformarse en estatua al fondo del corredor.
 No quise perturbar su sueño de piedad.
 A oscuras y en puntillas limpié el polvo de su casa,
 purifiqué su baño, lustré su cocina, serví su mesa.
 Después cerré con delicadeza la puerta
 y regresé a mi libro.
 LA MIA VICINA
 
La mia vicina è poeta e vive sola. 
Le pareti che ci separano
 sono sottili come fogli di carta.
 Ogni mattina la sento camminare
 nel suo lungo corridoio
 trascinando versi muti,
 posso quasi ascoltare il gesto della sua mano
 quando gira il cucchiaino nel caffè.
 La sera la mia vicina fluttua nel suo lungo corridoio.
 Posso sentire la gravità del suo corpo,
 il gesto della sua mano
 mentre scrive una poesia illuminata.
 Non ho mai visto il suo viso
 sempre sepolto in un manoscritto.
 L’altra sera ho bussato alla sua porta col pugno chiuso.
 Più volte ho colpito imitando il battito di un cuore.
 Con calma lei ha aperto il foglio della porta
 e l’ho vista trasformarsi in una statua in fondo al corridoio.
 Non ho voluto disturbare il suo sogno di pietà.
 Al buio e in punta di piedi ho spolverato la sua casa,
 disinfettato il bagno, lucidato la cucina, apparecchiato la tavola.
 Poi ho chiuso delicatamente la porta
 e sono tornata al mio libro.
 RUTINA DE DESPERTAR
 
Despertamos y el ritual comienza. 
Otro día sin sol.
 Me pides que vuelva a cerrar la cortina.
 No soportas el color sol-de-sombra que entra al cuarto.
 Mas tarde, junto a las macetas,
 un rayo atraviesa los pétalos de la margarita.
 ¿Será real?
 Vemos el sol de hoy o un resplandor de otros años?
 RITUALI DEL RISVEGLIO
 
Ci svegliamo e comincia il rituale. 
Un altro giorno senza sole.
 Mi stai chiedendo di chiudere di nuovo la tenda.
 Non sopporti il colore sole-di-ombra che entra nella stanza.
 Più tardi, accanto ai vasi,
 un raggio attraversa i petali della margherita.
 Sarà reale?
 Vediamo il sole di oggi o un bagliore di altri tempi?
 EL VIENTO EN LOS ÁRBOLES
 
Veo el temblor a través de la ventana
y un silencio de cristal en la habitación.
 El viento trae ideas vivas a las ramas.
 Pienso en Dios, y pienso en ti,
 cuando veo la forma de este árbol que tiembla.
 Es un árbol magnífico,
 de hojas verde pálido,
 como el recuerdo de mis muertos.
 Pero he dicho antes
 que el viento trae ideas vivas:
 las flores de este árbol
 no irán conmigo al cementerio.
 IL VENTO TRA GLI ALBERI
 
Vedo il tremore attraverso la finestra
e un silenzio di cristallo nella stanza.
 Il vento porta ai rami idee vive.
 Penso a Dio, e penso a te,
 quando vedo il profilo dell’albero che trema.
 È un albero stupendo,
 di foglie verde pallido,
 come il ricordo dei miei defunti.
 Ma poco fa ho detto
 che il vento porta idee vive:
 i fiori di questo albero
 non verranno con me al cimitero.
 UN LUGAR COMÚN
 
Partículas de sol viajan por el universo hasta encontrar descanso en mi cabeza. 
Me falta el árbol que solía ver desde mi ventana al llegar a esta casa.
 Como un lugar común, era alto, frondoso y llenaba de pájaros cada atardecer.
 Para remplazarlo sembraron un árbol seco y altivo.
 Demasiado orgulloso para pájaros o atardeceres.
 El nuevo árbol es poético y único, sus raíces son latinas
 y se distingue por su aire clásico de tragedia griega.
 Hoy, cuando es imposible elegir, elijo el lugar común del árbol antiguo.
 UN LUOGO COMUNE
 
Particelle di sole viaggiano nell’universo fino a trovare riposo nella mia testa. 
Mi manca l’albero che vedevo dalla finestra quando tornavo in questa casa.
 Come un luogo collettivo, era alto, frondoso e pieno di uccelli a ogni tramonto.
 Per sostituirlo hanno piantato un albero secco e arrogante.
 Troppo orgoglioso per uccelli o tramonti.
 Il nuovo albero è poetico e unico, le sue radici sono latine
 e si distingue per la sua classica aria da tragedia greca.
 Oggi, quando è impossibile scegliere, scelgo il luogo comune dell’albero antico.
 OTRO ABANDONO
 
Hay una queja encubierta en esta calma seca.
Un disgusto, una pena recostada en el balcón.
 Las rosas se petrificaron en sus macetas
 cansadas de mi ausencia.
 Están terriblemente solos los poetas, las poetas,
 los rosales.
 Moriría de aburrimiento con mis rosas
 pero ya ni morir sé.
 UN ALTRO ABBANDONO
 
Ci sono delle lamentele nascoste in questa calma secca.
Una pena, un dolore sdraiato sul balcone.
 Le rose si pietrificarono nei loro vasi
 stanche della mia assenza.
 Sono terribilmente soli i poeti, le poeta,
 i roseti.
 Morirei di noia con le mie rose
 ma non so più morire.
 APOCALIPSIS
 
En el cementerio de los tranvías amarillos 
supe que el mundo ya no podía durar.
 ¿Podrá alguien imaginarme,
 como yo me imagino,
 atravesando la puerta condenada de un tranvía?
 Este poema no existe,
 jamás existirá.
 Se está escribiendo en este momento,
 del otro lado de los muros del cementerio,
 en lenguaje binario
 —como el resto de la vida—.
 Me esfuerzo
 por encontrar las palabras exactas,
 esas que existen antes de mí.
 Me debato con sustantivos y adjetivos,
 borro esta palabra y la otra,
 recomienzo.
 Escribo:
 amor,
 vida,
 alegría.
 Tan sólo ceros y unos
 —lenguaje binario—.
 Un día después del fin
 ceros y unos.
 Ataúdes,
 ataúdes,
 ataúdes.
 APOCALISSE
 
Nel cimitero dei tram gialli 
ho saputo che il mondo non poteva durare.
 Qualcuno può immaginarmi,
 come lo faccio io,
 mentre attraverso la porta condannata di un tram?
 Questa poesia non esiste
 e mai esisterà.
 Si sta scrivendo in questo istante,
 dall’altra parte delle mura del cimitero,
 in linguaggio binario
 – come il resto della vita –.
 Mi sforzo
 di trovare le parole esatte,
 quelle che esistono da prima di me.
 Discuto con sostantivi e aggettivi,
 cancello questa parola e poi un’altra,
 ricomincio.
 Scrivo:
 amore,
 vita,
 gioia.
 Solo tanti zero e uno
 – linguaggio binario –.
 Un giorno dopo la fine
 zero e uno.
 Bare,
 bare,
 bare.
 SAFO
 
Soy la tumba de la náufraga,
delante de mí está el mar.
 Soy toda su agua y la ahogada.
 No me busques en la tierra
 donde se pudren los huesos.
 Soy nadie y la tumba de nadie:
 soy el mar entero.
 SAFFO
 
Sono la tomba della naufraga,
davanti a me c’è il mare.
 Sono tutta la sua acqua e l’annegata.
 Non cercarmi sulla terra
 dove le ossa marciscono.
 Sono nessuno e la tomba di nessuno:
 sono il mare intero.
 
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 Traduzione dallo spagnolo di Alessio Brandolini
 
 
 
  Lauren Mendinueta È nata a Barranquilla, in Colombia, nel 1977. Poeta, traduttrice e saggista. Ha vissuto nel 2005 in Messico, poi in Spagna e da parecchi anni vive a Lisbona. Ha pubblicato le raccolte poetiche: Carta desde la aldea (1998, Colombia), Inventario de Ciudad (1998), ADonde se escoge el pasado (2004), Autobiografia ampliada (2006), Poesía en sí misma (antologia, 2007), La vocación suspendida (2008), Del tiempo, un paso (2011), Una visita al museo de Historia natural (2015), La realidad alterada (2018) e Vivir tan adentro (2023).
 I suoi libri hanno ricevuto importanti riconoscimenti. Suoi testi sono stati tradotti in diverse lingue e inseriti in antologie sulla poesia colombiana e latino-americana. Nel 2004 ha pubblicato una biografia di Marie Curie (Maria Curie, dos veces Nobel, Colombia) e nel 2012 è uscito a Lisbona Um país que sonha (cem anos de poesia colombiana), prima antologia della poesia colombiana pubblicata in portoghese. Sulla rivista Fili d’aquilone sono usciti vari lavori sulla sua poesia a cura di Alessio Brandolini.
 alexbrando@libero.it
 
 
 
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