FILI D'AQUILONE
rivista d'immagini, idee e Poesia

Numero 54
gennaio/aprile 2020

Fiabe & Follia

 

L'ANGOLO DI ED

a cura di Giuseppe Ierolli



Un po' di follia in primavera


J283-F254

A Mien to move a Queen -
Half Child - Half Heroine -
An Orleans in the Eye
That puts it's manner by
For humbler Company
When none are near
Even a Tear -
It's frequent Visitor -

A Bonnet like a Duke -
And yet a Wren's Peruke
Were not so shy
Of Goer by -
And Hands - so slight -
They would elate a sprite
With merriment -

A Voice that alters - Low
And on the Ear can go
Like Let of Snow -
Or shift supreme -
As tone of Realm
On Subjects Diadem -

Too small - to fear -
Too distant - to endear -
And so Men Compromise -
And just - revere -

    Un Aspetto da smuovere una Regina -
Metà Fanciulla - Metà Eroina -
Un Orleans negli Occhi
Che smentisce i suoi modi
Per la più umile Compagnia
Quando nessuno è vicino
Anche una Lacrima -
È sua frequente Visitatrice -

Un Cappellino come un Duca -
Eppure una Parrucca di Scricciolo
Non sarebbe così timorosa
Di Uno che passa di là -
E Mani - così sottili -
Che farebbero impazzire un folletto
Dalla felicità -

Una Voce che modula - Bassa
E all'Orecchio arriva
Come un'Eco di Neve -
O si eleva superba -
Come suono di Reame
Sui Sudditi della Corona -

Troppo piccola - per intimorire -
Troppo distante - da amare -
E così gli Uomini si Adattano -
E semplicemente - la venerano -

Ha l'aspetto di un indovinello, che non ho risolto. Nella nota del Meridiano la Bulgheroni scrive: "In questo ritratto di donna si è riconosciuta Kate Scott Anthon che è celebrata anche nelle lettere per la sua regalità. Altri vi scorgono un autoritratto per le allusioni a un regno diminuitivo nell'ultima strofa. Emily potrebbe aver proiettato l'immagine di sé nell'amica creando un personaggio autonomo." Dello stesso parere, almeno per quanto riguarda l'identificazione con un personaggio femminile, è Judith Pascoe, in "The House Encore Me So" Emily Dickinson and Jenny Lind ("The Emily Dickinson Journal", vol. 1, No. 1, Spring 1992, pp. 1-18), dove si ipotizza che la misteriosa protagonista della poesia possa essere il soprano svedese Jenny Lind, che "aveva impressionato la regina Vittoria e il cui grande fascino aveva suscitato in lei [la Dickinson] un'aria di esilio." (ED aveva assistito, insieme ai genitori e alla sorella, a un concerto di Jenny Lind, e aveva descritto il viaggio e la serata in una lettera al fratello Austin del 6 luglio 1851).
Queste "soluzioni" che identificano nel soggetto della poesia una donna non hanno tuttavia un'evidenza concreta, visto che l'unico termine sicuramente al femminile è "heroine" nel secondo verso e i pronomi possessivi dei versi 4 e 8 sono neutri. D'altra parte la descrizione "sonora" dell'inizio della terza strofa sembra escludere qualcosa di inanimato e, perciò, l'alternativa a un personaggio umano femminile può essere soltanto un animale o, più precisamente, un piccolo animale, visto il "timore" del verso 11 e le "mani - così sottili" del verso 13.

 

J397-F553

When Diamonds are a Legend,
And Diadems - a Tale -
I Brooch and Earrings for Myself,
Do sow, and Raise for sale -

And tho' I'm scarce accounted,
My Art, a Summer Day - had Patrons -
Once - it was a Queen -
And once - a Butterfly -

    Quando i Diamanti sono una Leggenda,
E i Diademi - Una Favola -
Spille e Orecchini per Me,
Semino, e Coltivo per venderli -

E sebbene io sia scarsamente considerata,
La mia Arte, un Giorno d'Estate - ebbe Sostenitori -
Una volta - fu una Regina -
E un'altra - una Farfalla -

Quando è inverno i fiori/gioielli sono solo una leggenda, una favola a cui si stenta a credere, ma io li semino e li coltivo con amore, per offrirli, un giorno d'estate, a chi saprà apprezzarli, sia essa una regina o una farfalla.

 

J410-F423

The first Day's Night had come -
And grateful that a thing
So terrible - had been endured -
I told my Soul to sing -

She said her strings were snapt -
Her Bow - to atoms blown -
And so to mend her - gave me work
Until another Morn -

And then - a Day as huge
As Yesterdays in pairs,
Unrolled it's horror in my face -
Until it blocked my eyes -

My Brain - begun to laugh -
I mumbled - like a fool -
And tho' 'tis Years ago - that Day -
My Brain keeps giggling - still.

And Something's odd - within -
That person that I was -
And this One - do not feel the same -
Could it be Madness - this?

    La Notte del primo Giorno era arrivata -
E grata che una cosa
Così terribile - fosse stata sopportata -
Chiesi alla mia Anima di cantare -

Rispose che le sue corde si erano spezzate -
L'Archetto - in atomi dissolto -
E così aggiustarla - mi diede da fare
Fino ad un nuovo Mattino -

E poi - un Giorno tanto immenso
Quanto una coppia di Ieri,
Mi srotolò in faccia il suo orrore -
Fino a bloccarmi gli occhi -

Il mio Cervello - cominciò a ridere -
Balbettavo - come un idiota -
E nonostante sia Anni fa - quel Giorno -
Il mio Cervello ha quel riso ebete - ancora.

E Qualcosa di strano - dentro -
La persona che ero -
E questa - non sembrano la stessa -
Potrebbe essere Follia - questa?

La sensazione straniante di un'angoscia passata, che non smette di produrre i suoi effetti su una mente desiderosa di cancellarla ma incapace di farlo. Nelle prima due strofe una nota di sollievo: quel giorno terribile sembra ormai passato e il tono colloquiale dei versi 7 e 8 fa quasi presagire che le corde spezzate dell'anima possano in fin dei conti ricomporsi; la terza fa da cerniera alla poesia: quella sensazione di sollievo è stata una semplice illusione, preludio al ritorno prepotente di un'angoscia non così facilmente eludibile; le ultime due descrivono l'unica difesa con quell'orrore "srotolato in faccia": una fuga verso l'irrazionalità della follia, unica difesa contro qualcosa che la mente non riesce a dominare.
Molto bella l'immagine dei versi 9-11: l'orrore di quel giorno che sembrava ormai passato si ripresenta prepotente e ancora più grande di prima, come se l'angoscia di ieri, lungi dal mitigarsi, si fosse anzi moltiplicata.

 

J435-F620

Much Madness is divinest Sense -
To a discerning Eye -
Much Sense - the starkest Madness -
'Tis the Majority
In this, as All, prevail -
Assent - and you are sane -
Demur - you're straightway dangerous -
And handled with a Chain -
    Molta Follia è il più divino Senno -
A un Occhio perspicace -
Molto Senno - la più assoluta Follia -
È la Maggioranza
In questo, come in Tutto, a prevalere -
Approva - e sei sano -
Obietta - sei subito pericoloso -
E trattato con Catene -

Il vizio molto diffuso di dare del "matto" a chi non si conforma alle regole della "majority".

 

J476-F711

I meant to have but modest needs -
Such as Content - and Heaven -
Within my income - these could lie
And Life and I - keep even -

But since the last - included both -
It would suffice my Prayer
But just for One - to stipulate -
And Grace would grant the Pair -

And so - upon this wise - I prayed -
Great Spirit - Give to me
A Heaven not so large as Your's,
But large enough - for me -

A Smile suffused Jehovah's face -
The Cherubim - withdrew -
Grave Saints stole out to look at me -
And showed their dimples - too -

I left the Place - with all my might -
I threw my Prayer away -
The Quiet Ages picked it up -
And Judgment - twinkled - too -
That one so honest - be extant -
It take the Tale for true -
That "Whatsoever Ye shall ask -
Itself be given You" -

But I, grown shrewder - scan the Skies
With a suspicious Air -
As Children - swindled for the first
All Swindlers - be - infer -

    Ritenevo di avere bisogni più che modesti -
Come un po' di Serenità - e il Cielo -
All'interno della mia rendita - potevano rientrare
E la Vita ed io - mantenerci in equilibrio -

Ma dato che l'ultimo - li includeva entrambi -
Sarebbe bastata la Preghiera
Soltanto per Uno - da stipulare -
E la Grazia li avrebbe concessi Entrambi -

E così - basandomi su tale saggezza - pregai -
Grande Spirito - Dammi
Un Cielo non così vasto come il Tuo,
Ma vasto abbastanza - per me -

Un Sorriso si diffuse sul volto di Geova .
I Cherubini - si tirarono indietro -
Austeri Santi si sporsero furtivi a guardarmi -
E anch'essi - mostrarono le fossette -

Abbandonai quel Luogo - con tutte le mie forze -
Buttai via la mia Preghiera -
I Placidi Secoli la raccolsero -
E il Giudizio - persino - ammiccò -
Che qualcuno così ingenuo - esista ancora -
Da prendere per buona la Favola -
Che "Qualsiasi cosa chiederete -
Vi sarà data" -

Ma io, fattami scaltra - scruto i Cieli
Con Aria sospettosa -
Come i Bambini - imbrogliati una volta
Che tutti Imbroglioni - siano - deducono -

Un'altra delle poesie "eretiche" di ED. Già l'inizio è indicativo. Si parla di richieste al cielo con la mentalità sparagnina di una buona massaia del New England: "perché chiedere due cose quando ne basta una, che le contiene entrambe?", e usando un verbo molto "mercantile": "to stipulate". La risposta divina è quanto di meno solenne ci si possa aspettare, Dio che sorride, quasi divertito dal fatto che qualcuno creda a queste cose, i cherubini che si tirano subito indietro, i santi che danno un'occhiata e fanno un sorrisetto ironico. E poi, la preghiera gettata via con sdegno che viene raccolta da placidi secoli, non toccati da tali umane miserie. E persino il Giudizio fa l'occhiolino (si presume ai suddetti secoli) come dicesse: "ma ti pare che possa esistere ancora gente che crede a queste favole?". L'ultima strofa è la naturale conclusione, quasi la "morale" della favola, con quel "scruto i cieli con aria sospettosa" che rende palese l'abbandono della fede cieca e senza domande richiesta al credente.
La citazione nei versi 23-24 può avere diversi riferimenti evangelici, nessuno dei quali esattamente uguale nella King James Version: Matteo 21,22, Giovanni 14,13, Giovanni 15,16 e Giovanni 16,23.

 

J1284-F1310

Had we our senses
But perhaps 'tis well they're not at Home
So intimate with Madness
He's liable with them

Had we the eyes within our Head -
How well that we are Blind -
We could not look upon the Earth -
So utterly unmoved -

    Avessimo i nostri sensi
Anche se forse è meglio che non siano in Casa
Così intimo della Follia
È dipendere da loro

Avessimo gli occhi nella Testa -
Com'è meglio essere Ciechi -
Non potremmo guardare alla Terra -
Così assolutamente impassibili -

La vedo come la riflessione di una persona defunta: nel primo verso di ciascuna strofa si augura di mantenere le caratteristiche della vita ma poi conclude che è molto meglio essere morti davvero, visto che la possibilità di provare le sensazioni a cui eravamo abituati da vivi e, allo stesso tempo, la consapevolezza di essere condannati a una totale impassibilità, ci renderebbe molto probabilmente folli.
Non è esclusa comunque un'interpretazione parallela, dove le facoltà sensoriali, che apparentemente ci consentono di avere il controllo su ciò che ci circonda, diventano portatrici di sensazioni esteriori e fuorvianti che impediscono di vedere e sentire i misteri della nostra interiorità.

 

J1333-F1356

A little Madness in the Spring
Is wholesome even for the King,
But God be with the Clown -
Who ponders this tremendous scene -
This whole Experiment of Green -
As if it were his own!
    Un po' di Follia in Primavera
È salutare persino per un Re,
Ma Dio sia con il Clown -
Che considera questa formidabile scena -
Questo totale Esperimento di Verde -
Come se fosse suo!

La primavera porta risveglio, vita, movimento e, perché no, anche quel pizzico di follia salutare per tutti. In questo stupore dei sensi è permesso anche di appropriarsi di questa scena meravigliosa, di questo esperimento di verde di cui, in quei momenti, ci sentiamo i padroni, come se irrompesse così gioiosamente nel mondo soltanto per toccare e arricchire la nostra mente e i nostri sensi.
Le varianti nella minuta sono tutte relative al verso 5 e non riguardano mai la parola finale, quel "green" che, accoppiato a sostantivi e aggettivi via via diversi, resta l'immagine più peculiare del risveglio primaverile.

 


Le poesie di Emily Dickinson non hanno un titolo, a parte rarissime eccezioni. I numeri che le precedono si riferiscono alla numerazione attribuita nelle due edizioni critiche, curate rispettivamente da Thomas H. Johnson nel 1955 ("J") e da R. W. Franklin nel 1998 ("F").

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