FILI D'AQUILONE
rivista d'immagini, idee e Poesia

Numero 52
maggio/agosto 2019

Sorelle & Fratelli

 

FUOCO AZZURRO
La poesia di Leticia Luna

di Federica Silvino



Leticia Luna nasce nel 1965 a Città del Messico, dove tuttora risiede, e si è sempre dedicata alla poesia sin dalla pubblicazione di Hora lunar nel 1999. L’anno seguente viene data alle stampe la raccolta intitolata Desde el oasis, seguita nel 2005 dal libro El amante y la espiga e nel 2007 da Los días heridos, vincitore del Premio Internacional Casa de Poesía “Moradalsur”. L’autrice (e coautrice delle antologie: Mujeres poetas en el país de las nubes del 2000, Trilogía Poética de las Mujeres en Hispanoamérica del 2004, Cinco siglos de poesía femenina en México del 2011 e 21 poetas por la paz del 2016), è anche editrice, docente presso il Centro Nacional de las Artes ed è stata membro del Consiglio editoriale delle riviste Alforja de poesía, Lunátika, Deriva e VozOtra.

Nella seguente selezione di poesie, tratte da Fuego azul – Poemas 1999-2014 (2014) e La canción del alba (2018), la poetessa messicana offre attraverso i suoi versi la particolare percezione di una realtà sensuale e il ritratto di una donna, a volte onirico e a volte volutamente concreto, che si presta a rimuovere ogni velo per cedere alle tentazioni ed abbandonarsi al gioco dei corpi “ che fondono le loro storie/ nella vastità del fuoco”. Poesie come Levitazione dei desideri e Levitazione della veglia somigliano a vere e proprie dichiarazioni in cui la vittima di questa inaspettata passione si mostra sola e indifesa dinanzi a una nuova forma di godimento, tanto divino quanto banalmente umano: “Se mi avessero detto/ che sotto il tuo aspetto/ nascondevi un vulcano/ non avrei mai remato/ ipnotizzata verso il tuo falò”. Anche il linguaggio semplice e sinuoso, a tratti lirico e a tratti modulato al punto di entrare nel gergo quotidiano, imita le oscillazioni del corpo e della mente, ammaliando il lettore grazie alla sua ipnotica armonia, al lessico della seduzione e al “vortice blu dei desideri”.

Le poesie di Leticia Luna costituiscono una sorta di canzoniere in continua evoluzione, caratterizzato dalla ripresa di temi, motivi e richiami interni che rendono possibile la trasformazione di frammenti di esperienze in simboli ed immagini sublimi. Sembra quasi che ci sia il desiderio di trasformare gli incontri accidentali del mondo reale in esperienze assolute, in bilico tra il fluire del tempo e la sua sospensione. Ma dietro questo affettuoso abbandono, in grado di assumere toni di particolare intensità, troviamo ancora le proiezioni del passato, le assenze, gli effetti dell’attesa e dell’angoscia e “il lamento rovente del presagio”.




POESIE DI LETICIA LUNA


da FUEGO AZUL - Poemas 1999-2014
(Fuoco azzurro, Poesie 1999-2014, El Salvador 2014)


OBSIDIANA

Por tener el poder de abrir la carne humana,
la obsidiana tiene igualmente el poder de cerrarla.

ADLER GERHARD

Necesitaba alejarme
para ver la impasibilidad
de los volcanes
y gritar a solas
que has sido mío
en el torrente sanguíneo
de la noche

Estar lejos para saber
si el jugo del deseo
inunda amoroso
el musgo que nace de mi pelvis

Decirle a estos senos míos
que tus besos
han tatuado sus corolas
y de tanta savia
son manjares tersos
para tu contento

Necesitaba encontrar este riachuelo
que de tan húmedo como tu lengua
me baño en él contigo
en la concha que atrapa a la perla
y llega a ti
con su líquido terrestre
entre las piernas


OSSIDIANA

Avendo il potere di aprire la carne umana,
l’ossidiana ha anche il potere di richiuderla.

ADLER GERHARD

Dovevo allontanarmi
per scorgere l’impassibilità
dei vulcani
e gridare in solitudine
che sei stato mio
nel flusso sanguigno
della notte

Restare lontani per sapere
se il succo del desiderio
inonda con amore
il muschio che cresce dai miei fianchi

Dire ai miei seni
che i tuoi baci
hanno tatuato le loro corolle
e colmi di linfa
sono leccornie vellutate
per il tuo piacere

Dovevo trovare questo ruscello
così umido come la tua lingua
in cui insieme a te m’immergo
nella conchiglia che trattiene la perla
e arriva a te
con il suo liquido terrestre
tra le gambe


DESDE EL OASIS

Hay amantes que tienen que partir
aún del paraíso.

AGUSTÍN JIMÉNEZ

I

Tu amada enciende velas
en sus senos florecen lunas
y su vulva es una orquídea
en almíbar

II


Tu amada duerme
la ausencia de tu cruz
en la curva tibia de los días
envuelta en sus manos piernas
y en los rostros de sí misma

III


Tu amada aprende a reír en el otoño
cuando las hojas se le caen del tallo
y desnuda te espera
en la penumbra de la alcoba

IV


Larga será la noche Amor
larga la noche
de la espera

V


Llevamos el bosque
entre las piernas
las cartas abismales
las botellas de tequila

Los ojos penden de la lámpara
y la ausencia
deja su luto en las esquinas

Entre los árboles
recojo las hojas caídas
en una penitencia
que me impone
no Dios sino el Otoño

Bienaventurado el bosque
porque él tiene la risa entre los labios
y yo el aullido quemante del presagio


DALL’OASI

Ci sono amanti che devono partire
ancora dal paradiso.

AGUSTÍN JIMÉNEZ

I

La tua amata accende candele
sui suoi seni fioriscono lune
e la sua vulva è un’orchidea
sciroppata

II


La tua amata dorme
l’assenza della tua croce
nella tiepida spirale dei giorni
avvolta nelle sue mani gambe
e nei volti di sé stessa

III


La tua amata impara a ridere in autunno
quando le foglie cadono dal gambo
e nuda ti attende
nella penombra dell’alcova

IV


Sarà lunga la notte Amore
lunga la notte
dell’attesa

V


Portiamo il bosco
tra le gambe
le lettere abissali
le bottiglie di tequila

Gli occhi pendono dalla lampada
e l’assenza
lascia il lutto ad ogni angolo

Tra gli alberi
raccolgo le foglie cadute
in una penitenza
che non è Dio
a impormi ma l’Autunno

Benedetto il bosco
perché ha il riso sulle labbra
ed io il lamento rovente del presagio


LEVITACIÓN DE LOS DESEOS

¡Qué poco sospechábamos
del aliento y los fluidos misteriosos
bajo la ardiente piel!

Si me hubieran dicho
que bajo tu apariencia
guardabas un volcán
jamás hubiera hipnotizada
remado hacia tu hoguera

¡Qué maravilla la expiración
de ese volcán!

Y tú y yo sentados en la barca
atravesando las aguas rojas
y el torbellino azul de los deseos


LEVITAZIONE DEI DESIDERI

Sospettavamo così poco
del respiro e dei fluidi misteriosi
sotto la pelle ardente!

Se mi avessero detto
che sotto il tuo aspetto
nascondevi un vulcano
non avrei mai remato
ipnotizzata verso il tuo falò

Che meraviglia il collasso
di quel vulcano!

Io e te seduti in barca
mentre attraversiamo le acque vermiglie
e il vortice blu dei desideri


LEVITACIÓN DE LA VIGILIA

Qué pasará con las palabras
noches de las secretas voces
con el hueso y la carne
y la iluminada aurora
qué pasará con este andar a tientas
que me entierra y desentierra
eleva y estrangula
renace y estremece
sucumbe y sigue siempre

Qué pasará con nuestra historia
y su tatuaje en el pórtico de las estrellas
el ángel guardado en la entrepierna
y el demonio demolido del olvido


LEVITAZIONE DELLA VEGLIA

Che ne sarà delle parole
notti di voci segrete
dell’osso e della carne
e dell’aurora illuminata
che ne sarà di questo avanzare a tentoni
che mi sotterra e mi riesuma
solleva e soffoca
rinasce e scuote
soccombe e insiste ancora

Che ne sarà della nostra storia
e del suo tatuaggio sotto il portico delle stelle
l’angelo custodito tra le gambe
e il demone demolito dell’oblio


DEL ECLIPSE

A Benjamín


Si tan sólo estuvieras aquí esta noche
como cuando veías en mis ojos
vapores de barco que regresa
en tardes vestidas de azucenas
bebiendo amor de mi pupila
y en mi cintura atravesando mares

Yo llegaría con alamedas y jardines
una penumbra de oro entre las venas
y los ríos sin alas que nos dejó la muerte

Las golondrinas preguntarían por el Otoño vivo
y por las flores blancas en los ojos
de las mujeres tristes

La luna se eclipsaría despacio
y la noche bajaría a bebernos la risa
con su violín de arena


DELL’ECLISSI

A Benjamín


Se solo fossi qui stanotte
come quando scorgevi nei miei occhi
il vapore di una nave che rientra
nei pomeriggi vestiti di gigli
bevevi amore dalle mie pupille
e attraversavi mari tra i miei fianchi

Io arriverei con viali e giardini
una penombra d’oro tra le vene
e i fiumi senza ali che ci lasciò la morte

Le rondini chiederebbero dell’Autunno vivo
e dei fiori bianchi negli occhi
delle donne tristi

La luna si eclisserebbe lentamente
e la notte scenderebbe a berci il sorriso
con il suo violino di sabbia


MÁS ALLÁ

Desvestida de su bestial ropaje
el alma más allá de la muerte
ama

Feroz insensible y despiadado
el Tiempo nos acerca y aleja
de ese umbral

Oh danza macabra
estoica y pesimista
mi alma no envejecerá
más allá de la muerte


AL DI LÀ

Spogliata delle sue vesti bestiali
l’anima ama al di là della
morte

Feroce insensibile e spietato
il Tempo ci avvicina e ci allontana
da questa soglia

Oh danza macabra
stoica e pessimistica
la mia anima non invecchierà
al di là della morte


TIEMPO MÍO

A Ramón López Velarde

La vida dura
las estaciones se suceden
una      tras otra
casi hipnótica
duración del instante
en que anduve
sonámbula
buscando a los astros
su fuego ardiente
y el crepitar del pájaro
que muere en sí mismo
sin encontrarse

Y comprender
que cada huella
de la corteza del árbol
necesitó 33 días
para nombrarte
para verte girar
perlas de luz

De llama y agua
los hombres
las yeguas
la ondulación de los segundos

¡Viento que me ves nacer!
Me esfumaré en el rompecabezas
que soy
que vivo

Tiempo que verás mi fin
en el centro de tu ondulación
respiro


TEMPO MIO

A Ramón López Velarde

La vita continua
le stazioni si susseguono
una      dietro l’altra
quasi ipnotico
il perdurare dell’istante
in cui avanzavo
sonnambula
cercando gli astri
il loro fuoco ardente
e il crepitio dell’uccello
che muore in sé stesso
senza trovarsi

E capire
che ogni segno
sulla corteccia dell’albero
ha richiesto 33 giorni
per nominarti
per vederti roteare
perle di luce

Di fiamma e acqua
gli uomini
le giumente
l’oscillazione dei secondi

Vento che mi vedi nascere!
Svanirò nel rebus
che sono
che vivo

Tempo che assisterai alla mia fine
al centro della tua oscillazione
respiro


MEDITACIÓN BAJO LA LLUVIA

A ti

Como esos barcos que zarpan al amanecer
mi corazón te busca
en contra de mi voluntad te evoca
entre las luces y la estatua de David
apareces como una sombra siempre

Para ir a mi cita contigo me tomo fotografías
lo más hermosa posible
eso ayuda a saberte vivo de invisibles formas
que me son dadas
tan necesarias como la cobija al mendigo
el poema a la dama lluvia o a la niña enferma

En tus ojos anidaba el recuerdo de pájaros
que al otro día morían
flores que aún guardo en viejos libros
y que de vez en cuando admiro y huelo
porque la luna está muy triste
de este lado del mundo


MEDITAZIONE SOTTO LA PIOGGIA

A te

Come le navi che salpano all’alba
il mio cuore ti cerca
ti evoca contro la mia volontà
tra le luci e la statua del David
appari sempre come un’ombra

Mi scatto fotografie per venire ad incontrarti
più bella che mai
mi aiuta a sentirti vivo in invisibili forme
che mi sono concesse
così necessarie come la coperta al mendicante
la poesia alla signora pioggia o alla bimba malata

Nei tuoi occhi si annidava il ricordo di uccelli
morti il giorno successivo
fiori che ancora conservo in vecchi libri
e che di tanto in tanto ammiro e annuso
perché la luna è molto triste
da questa parte del mondo


da CANCIÓN DEL ALBA
(Canzone dell’alba, Messico 2018)


LA CANCIÓN DEL ALBA
LA CANZONE DELL’ALBA

I

En los labios lánguidos del alba
te convertí en mi nombre y mil palomas
hoy vuelan a tu tumba
donde alguien más te habita:
el árbol y la última manzana
o el tallo de la rosa y su blancura
de pétalos suavísimos
como la piel de bronce
de dos cuerpos fundiendo sus historias
en la amplitud del fuego


I

Sulle labbra languide dell’alba
ti ho trasformato nel mio nome e oggi
mille colombe volano verso la tua tomba
dove qualcun altro vive in te:
l’albero e l’ultima mela
o il gambo della rosa e il suo candore
di petali leggerissimi
come la pelle di bronzo
di due corpi che fondono le loro storie
nella vastità del fuoco


III

Horas y eras de voluptuosidad
asida; amaneciente, primigenia,
me vuelves a fundir
en ojos, pies y entumecidas manos

Un fino musgo brota
de las paredes tibias
nos toca suave, hiere
es el Amor que a gatas
camina silencioso y nos descubre
abrazados, imperceptiblemente


III

Ore ed ere di voluttà
afferrata; nascente, primordiale,
torni a fondermi
in occhi, piedi e mani intorpidite

Il muschio sottile germoglia
dalle tiepide pareti
con tocco delicato, ferisce
è l’Amore che silenzioso
avanza gattoni e ci scopre
abbracciati, impercettibilmente


VIII

Fuimos un largo sí y un breve no
la materia de luz incandescente
un hombre de ceniza
y una mujer de barro
un cardumen de imágenes
el árbol de un árbol dentro de otro árbol
la posibilidad de dos historias
cifrándose en palabras al oído
anidando el lenguaje
que nombra lo invisible:
verbo recuperado en la memoria


VIII

Siamo stati un lungo sì e un breve no
la materia di luce incandescente
un uomo di cenere
e una donna di fango
un cumulo di immagini
l’albero di un albero dentro un altro albero
la possibilità di due storie
che cifrano le parole all’udito
accogliendo il linguaggio
che nomina l’invisibile:
verbo recuperato dalla memoria


X

El brío de tus pupilas
se encenderá cuando el árbol desnude
otras ramas al alba
y una brisa de eternidad tan breve
(como nido de pájaros
cuando amaneces mío)
le invente nuevos ecos
a mi esencia fortuita
Y sabrás que soy hija de la luna
al pronunciar mi nombre


X

Il brio delle tue pupille
si accenderà quando l’albero avrà spogliato
altri rami all’alba
e una rapidissima brezza di eternità
(come nido di uccelli
quando ti svegli mio)
avrà inventato nuovi echi
alla mia essenza fortuita
E saprai che sono figlia della luna
pronunciando il mio nome


Traduzione dallo spagnolo di Federica Silvino





Leticia Luna
è nata a Città del Messico, dove vive, nel 1965. Poeta, editrice e saggista. Ha pubblicato i libri di poesia: Hora lunar (Messico, 1999), Desde el oasis (Messico, 2000), El amante y la espiga (Messico, 2005), Los días heridos (Nicaragua, 2007 - Premio Internacional Casa de Poesía “Moradalsur 2008”, Los Angeles), i>Wonded days and other poems (Stati Uniti, 2010), Espiral de Água (edizione biligue spagnolo-portoghese, Spagna, 2013), Fuego Azul – Poemas 1999-2014 (El Salvador, 2014) e La canción del alba (Messico, 2018).
È coautrice delle antologie Trilogía Poética de las Mujeres en Hispanoamérica (Messico, 2004), Cinco siglos de poesía femenina en México (Messico, 2011) e 21 poetas por la paz (Messico, 2016).
Suoi testi poetici sono stati tradotti e pubblicati all’estero.


federicasilvino@yahoo.it