FILI D'AQUILONE
rivista d'immagini, idee e Poesia

Numero 20
ottobre/dicembre 2010

Nel cosmo

 

LA POESIA DI TATJANA PREGL KOBE

di Jolka Milič



Ki boš spremenil podobo sveta
Che cambierai l'immagine del mondo


BOG VOJNE

nič
skozi nič
skozi neskončni nič
je večni bog novih vojn
dosegel sonce s hripavim krikom
in utrujeno poljubljal razbeljeni pesek
dokler ni moral izginiti v molčanje
tistega drhtečega čakanja konca
v boju z ognjem in mečem
in izgorel v pepel
v donkihotski
pepel


IL DIO DELLA GUERRA

il niente
attraverso il niente
attraverso l'immenso niente
l'eterno dio di nuove guerre
raggiunse il sole con un grido roco
baciando stanco la rovente sabbia
finché non fu costretto a sparire nel silenzio
di questa raccapricciante attesa della fine
in lotta con il fuoco e la spada
per consumarsi in cenere
in cenere
donchisciottesca


SAMOUNIČENJE

sami v spletu nedopovedljivega
sami s prividom krvi na vsakem obrazu
sami pod težo zelene groze
groze z zelenimi očmi lasmi zobmi
z zelenimi kremplji v naših prsih
sami pred zelenim streljanjem
in tisto zeleno zeleno krvjo
trdni in stvarni kot jeklo
gorimo v breztelesnost
: nad agonijo prestreljenih klavcev
smo sami
preživeli samouničenje uničevalcev


AUTODISTRUZIONE

soli nella trama dell’indicibile
soli con la visione del sangue su ogni volto
soli sotto il peso del verde orrore
dell’orrore dagli occhi capelli denti verdi
dai verdi artigli nei nostri petti
soli davanti alla verde sparatoria
e a questo sangue verde verde
duri e concreti come l’acciaio
bruciamo nell’incorporeità
: sull’agonia dei carnefici colpiti a morte
noi soli siamo
sopravvissuti all’autodistruzione dei distruttori


ŽIVELI BOMO VEČNO

hoteli so nam ukloniti duha da bi bili majhni
hoteli so nas tolči da bi se zlomili
hoteli so nam raniti srce da bi se zjokali
hoteli so nas bičati da bi se izdali
in ubiti so nas hoteli da bi molčali
pa se nismo uklonili
pa se nismo zlomili
pa se nismo zjokali
pa se nismo izdali
in ne bomo molčali
hoteli so preveč: nas ne bodo pohodili
ne izničili in ne umorili: živeli bomo večno


VIVREMO IN ETERNO

volevano piegare il nostro spirito per renderci piccoli
volevano tempestarci di botte per spezzarci
volevano ferire il nostro cuore per farci piangere
volevano frustarci perché ci tradissimo
e volevano ucciderci per indurci a tacere
ma non ci siamo piegati
ma non ci siamo spezzati
ma non abbiamo pianto
ma non ci siamo traditi
e non taceremo
volevano troppo: non riusciranno a calpestarci
né ad annientarci e ad ammazzarci: vivremo in eterno


PTICA SMRTI

odprem oči ki z njimi sejem smrt
potem me je groza tega pogleda
in hočem zbežati daleč proč
pa ne morem ker se je ona
vrgla vame z belim snom
in hočem odleteti tja
s pticami smrti a
zakaj pozabljam
da sem ptica
jaz sama?
in
da je smrt nekaj dokončnega


L’UCCELLO DELLA MORTE

apro gli occhi coi quali semino la morte
dopo questo sguardo mi spaventa
e voglio scappare via lontano
ma non posso perché mi si è avventato
addosso con un bianco sogno
e voglio involarmi laggiù
con gli uccelli della morte ma
perché mai dimentico
di essere un uccello
anch’io?
e
che la morte è qualcosa di definitivo


SKOZI ATOMSKI VEK

ko
boste izjokali oči nad slutnjo bodočih rodov
ne stojte na ramenih svojih prednikov
ker so križanci bogov in zveri
ko
boste šli skozi atomski vek
ne odpirajte naših krst in ne odkopavajte prsti
ker smo pokopani z odprtimi očmi
ko
boste premagali zlo v sebi
ne glejte v mrtve izzivalce sončnih bogov
ker vas bo strah in vrnitve več ni


ATTRAVERSO L’ERA ATOMICA

quando
vi scioglierete in lacrime nel presagio delle generazioni future
non state sulle spalle dei vostri antenati
perché sono dei bastardi di dei e di belve
quando
attraverserete l’era atomica
non aprite le nostre bare e non scavate la terra
perché siamo sepolti con gli occhi aperti
quando
vincerete il male in voi stessi
non guardate i morti provocatori degli dei solari
perché avrete paura e non ci sarà più ritorno


SMRT PLANETA

ki držimo svet v svojih rokah
ki lebdimo na goli razpokani skorji planeta
ki smo na ladji človeških spoznanj
oznanjamo nov pokol
: po vaših telesih
po vaši krvi
bo noe z barko
prevažal rod za rodom v had
in zemlja bo pusta in prazna in mrtva
in na kupu kosti bo nov smrtnik postal
in bo oznanjal nov pokol
in bo nov noe nastal


LA MORTE DEL PIANETA

che teniamo il mondo nelle nostre mani
che siamo sospesi sulla nuda e screpolata crosta del pianeta
che siamo sulla nave delle umane esperienze
annunciamo una nuova strage
: sui vostri corpi
sul vostro sangue
noè con l’arca
trasporterà generazione dopo generazione nell’ade
e la terra sarà squallida e deserta e spenta
e su un cumulo di ossa nascerà un nuovo mortale
e annuncerà un nuovo massacro
e un nuovo noè sorgerà


RAZKROJ NASILJA

ki boš spremenil podobo sveta
ti
ki si premagal vojno in se rodil
ki si nekje na svetu ubijal za mir
ki si streljal jeklene solze
ki si se lačen in blaten smejal z grmenjem
ki si s plesom orožja izsilil resnico
ki si ženo ljubkoval z lepotilom skrbi
ki si otrokom dajal strah da si mrtev
ki si krivičnega boga izpljunil
ti
ki veš da čas razkraja nasilje


ANNIENTAMENTO DELLA VIOLENZA

che cambierai l’immagine del mondo
tu
che hai vinto la guerra e sei nato
che da qualche parte del mondo uccidevi per la pace
che sparavi lacrime d’acciaio
che affamato e coperto di fango ridevi con i tuoni
che estorcevi la verità con la danza delle armi
che vezzeggiavi la moglie con belletti di premura
che prodigavi ai bambini la paura della tua morte
che hai rinnegato un dio ingiusto
tu
che sai che il tempo annienta la violenza


SLED VOTLINE

v votlinah lastne razjedenosti
je ostala sled naših senc
: oči so nam nabreknile od joka
možgani se praznijo
po zavozlanih ovinkih odtekajo misli
: vse se utaplja v labirintu časa
v nepomembnostih in notranjem trohnenju
od ure do ure iz dneva v dan iz leta v leto
: za nami bodo ostale le neme sledi
: po kotih bomo pustili razjedena srca
izsesane duše bodo visele v pajčevinah
in bled spomin se bo razblinjal v daljavi


TRACCIA DI UNA CAVERNA

nelle cavità della nostra corrosione
è rimasta la traccia delle nostre ombre
: i nostri occhi sono gonfi di pianto
il cervello si sta svuotando
per intricate curve scorrono i pensieri
: tutto affonda nel labirinto del tempo
nella futilità e la corruzione interiore
di ora in ora di giorno in giorno di anno in anno
: dietro di noi rimarranno soltanto mute tracce
: negli angoli lasceremo i nostri cuori ulcerati
le anime estenuate penderanno da ragnatele
e un pallido ricordo svanirà in lontananza


BIT ŽIVLJENJA

naj?
živimo večno
naj?
otrpnemo s krikom
naj?
zarišemo črto obstoja
naj?
zažgemo
sami sebe
na veliki grmadi upora
da bomo svetili
večno


L’ESSENZA DELLA VITA

dobbiamo?
vivere in eterno
dobbiamo?
irrigidirci con un grido
dobbiamo?
tracciare la linea dell’esistenza
dobbiamo?
bruciare
noi stessi
sul grande rogo della rivolta
per risplendere
in eterno


STRAH MODRIH

na spolzkem previsu obstoja je soočenje s strahom
skrivnostni izvor moči umirajočih
kjer se pričenja modrost
ki je kroženje misli
ki je pozabljenje
v meglenem
krogu
nočnih senc
napojenih z molčanjem lirične simfonije brezčasnosti
kamor je v spokojnem objemu naravnega
usmerjen predrzen korak
v neskončno prostornino nepovratnosti


LA PAURA DEI SAGGI

essere sul viscido strapiombo dell’esistenza a tu per tu con la paura
è una misteriosa sorgente di forza dei morenti
dove ha inizio la saggezza
che è circolazione dei pensieri
che è oblio
nel cerchio
nebbioso
di ombre notturne
pregne del silenzio di una sinfonia lirica fuori dal tempo
dove nel quieto abbraccio della naturalezza
si dirige il passo temerario
verso l’infinito spazio senza ritorno


KRVAVO OKO ČASA

v areni porušenega amfiteatra
ležijo železne glave mrtvih gladiatorjev
in morilski veter dviga prah iz senc ničevosti
: eksplozija biti se razleti v brezkrajen strah
lebdeče majhnosti pred neznano silo
: poslednje pokolenje mrtvih bogov
v breznu obupa in ranjene osamljenosti zre
v nerazumljeni kozmos s krvavim očesom časa
: kolosi še premikajo zemeljski čas
v spirale mogočnih polžev pasti
: krčevite roke molijo h križu vojn
pohojenem v temi drvečega besnenja


L’OCCHIO INSANGUINATO DEL TEMPO

nell’arena dell’anfiteatro distrutto giacciono
le teste di ferro dei gladiatori morti
e un vento assassino solleva la polvere dalle ombre della vanità
: l’esplosione dell’essere si disintegra nell’immensa paura
di una piccolezza fluttuante dinanzi a una forza sconosciuta
: l’ultima generazione degli dei morti
da un abisso di disperazione e di lacerante solitudine mira
l’incomprensibile cosmo con l’occhio insanguinato del tempo
: i colossi spostano ancora il tempo terrestre
nelle spirali di maestose chiocciole-trabocchetti
: mani convulse si tendono verso la croce della guerre
calpestata nell’oscurità dell’incalzante furia


ROJSTVO

z močjo
silnic
verjetja
smo
na
zidove
senc
pripeti
v embrio
semen
zore
časa


NASCITA

con la forza
propulsiva
della fede
siamo
attaccati
ai
muri
delle ombre
nell’embrione
dei semi
dell’aurora
del tempo


Ljubljana, 1988


Traduzione dallo sloveno di Jolka Milič




MA A FURIA DI LEGGERE
di Tatjana Pregl Kobe


In genere leggo molto, leggo anche moltissima poesia. Ma a furia di leggere ti rendi conto anche tu che di queste cose ce n'è una infinità. Sai che sono stati scritti tantissimi libri che nemmeno potrai mai leggere. Insomma constati che tutto ormai è stato detto mille e centomila volte, eppure... Ogni opera artistica vorrebbe essere diversa. Unica e inconfondibile. Abbiamo sempre smania di storie nuove, anche se di fatto rientrano nello stesso schema di vita.

Ogni persona è unica ed eccezionale, e quindi diversa dagli altri già per se stessa. Forse qualcuno ha più coraggio, più ottimismo, più vitalità, qualcun altro invece è più riservato, giudizioso o timido. Ma queste caratteristiche non bastano perché l'uno o l'altro si senta diverso, lo diventa invece il poeta quando mette a nudo e alla mercé di chicchessia il proprio intimo, le proprie paure, i desideri, le aspirazione, tutto ciò che lo spinge a mostrarsi così com'è sostanzialmente. E raccontare tutto quello che lo agita in maniera quanto più limpida e letteraria possibile è l'elemento base della nuova poetica.

Forse ai poeti è data la possibilità di sperimentare l'eterno, l'imperituro. Naturalmente le esperienze dell'eternità non le puoi richiamare forzatamente. Scrivere poesia è solamente un'occasione di assaporare per breve tempo qualcosa di atemporale, un brevissimo istante in cui ti è dato di uscire dal tuo guscio ed esternarti.

Soprattutto nell'età matura diventi un assiduo ricercatore di te stesso. Rendendoti conto che un'incessante ricerca di risposte è importante, e inoltre che non sempre hai a portata di mano risposte semplici a interrogativi essenziali e che non sai mai abbastanza. Saggezza vuol dire molte esperienze, le esperienze infatti forniscono le risposte. Tutto questo naturalmente diventa evidente anche nell'arte e nella scrittura che sono lo specchio dell'anima. Dipende da noi stessi se riusciamo a conservare la luminosità, l'ottimismo, l'energia e la capacità di stupirci tutta la vita.


Traduzione dallo sloveno di Jolka Milič




Tatjana Pregl Kobe
poetessa, saggista e critica d'arte slovena, è nata nel 1946 a Maribor e vive a Ljubljana. Tra gli altri, ha pubblicato una dozzina di libri sull'arte, più di dieci libri per l'infanzia e dodici raccolte di poesia: Nemira polno jabolko (Una mela colma d'inquietudine), 1986, 1997; Boginja mojih sanj (La dea dei miei sogni), 1989, 1997; Lahko se odmislim (Posso astrarmi), 1993, 2002; Ki boš spremenil podobo sveta (Che trasformerai l'immagine del mondo), 1988, 1994; Nekje potem daleč (Dopo chissà dove lontano), 1995, 2002; V kiklopinem očesu (Nell'occhio del Ciclope), 1997; Violina (Il violino), 2000, edizione bosniaca 2006; Zrela semena (Semi maturi), 2001, 2006, edizione spagnola 2008; Arabeska (Arabesco), 2005; Znamenja in sledi (Simboli e tracce), 2006; Porcelanaste sanje (Sogni di porcellana), 2007, edizione spagnola, 2008 e Škrlatne čipke (Trine scarlatte), 2008.
La silloge di haiku Zrela semena (Semi maturi) è stata premiata al Concorso internazionale di poesia Città di Salò nel 2006. Pubblicata anche in Italia nel 2008 da LietoColle, tradotta in italiano da Jolka Milič e col testo a fronte, questa raccolta è stata ritenuta la più bella silloge straniera anche al Concorso europeo di letteratura, via Francigena 2009. Nello stesso anno è uscita a Ljubljana anche la raccolta Nisi in si (Non sei e sei).

(foto di Urška Nina Cigler)

jolka.milic@siol.net