FILI D'AQUILONE
rivista d'immagini, idee e Poesia
Numero 12
ottobre/dicembre 2008

Suoni di versi

LA STREGA POETA
Sull'ultimo libro in versi di Laura Ricci

di Alessio Brandolini



  offrimi un fiore di campo
se vuoi farmi felice

Laura Ricci

È risaputo, chi lavora e crea con le parole è un mezzo stregone: mette assieme e mescola, dosa alla perfezione (quando ci riesce) e poi dal nulla viene fuori una storia, “inventa” una poesia, “scopre” un romanzo. Non a caso Leonardo da Vinci parlava del poeta come di un inventore.
Così il titolo del nuovo libro di Laura Ricci, La strega poeta (LietoColle, 2008) se a un primo impatto può stupire (per via delle reminescenze legate alla funesta storia dell’Inquisizione) leggendolo ci si rende conto che, più di un motivo, induceva questa raccolta poetica a reclamare per sé, nel suo farsi (crearsi) giorno dopo giorno, questo titolo. Infatti, se nella prima parte (“riletture”) si traccia e si fa rivivere in brevi e intensi testi la storia degli inizi della poesia, a partire da Omero, privilegiando un punto di vista femminile e sensuale: Elena, Eloisa, Angelica, Giulietta, Cleopatra... nella seconda parte (“re minore”) la scelta strategica e stregonesca del titolo si palesa fin dal primo testo, quando al deserto (di vita e d’amore) si dichiara di preferire il fuoco (“non c’è di là il fuoco / dell’assoluto ardente / - c’è il deserto”). Quindi, si fa la precisa e irrevocabile scelta di mettersi con convinzione dalla parte dei ribelli, degli anticonformisti, delle streghe, ovvero di stare nella zona delle fiamme e, insieme, delle “favole antiche” (le passioni, i ricordi, la storia, le pulsioni sessuali...) che danno tenacia e raddoppiano le forze.

È strano, conoscendo la mitezza dell’autrice, che in questa prima densa metà del libro sia presente una costante tensione alla lotta, al conflitto (“nulla esiste assoluto / nulla senza un contrario ha senso”), ma questo in fondo non fa che ribadire (se ce ne fosse bisogno) che spesso le apparenze ingannano davvero, e parecchio, o, più esattamente, che la dolcezza e la serenità d’animo non escludono affatto il coraggio delle proprie scelte, come quella di seguire la musica, la passione, la poesia anche quando “l’umana dimensione / è piuttosto la prosa”.
Nella terza parte del libro “il diritto di essere gentili” si mostra più nettamente il timbro e la natura – umana e poetica – di Laura Ricci, alla quale si accennava, e che solo apparentemente si situa in contrasto con le due parti precedenti della raccolta. In realtà non è che l’altro indispensabile risvolto della sua poetica che, verso dopo verso, si dispiega in questo libro prezioso, ovvero l’altra faccia della luna.
Non a caso i testi qui raggruppati si ricollegano a quelli della raccolta uscita nel 2006, Voce alla notte (LietoColle), ma qui il vocabolario è più luminoso e attento a ogni tipo di riflesso, come se si spostasse (anche poeticamente) dalla notte, dal buio verso la luce:

      cantano all’alba da qualche giorno
      gli uccelli. dalle dita avvertono
      degli alberi i germogli rugosi.

Qui si concede più spazio ai fiori (di campo o coltivati), ai germogli, ai prati, alle calde primavere, agli splendori settembrini, per poi, infine, rivendicare a chiare lettere “il diritto a esistere col cuore / quello di offrire parole d’amore / l’ostinazione della poesia/ il mal di pancia della nostalgia”.
La quarta e ultima parte del libro è quella che presta il titolo all’intera raccolta, “la strega poeta”, e fa il punto delle riflessioni esistenziali e poetiche (che qui implicano sempre anche scelte di vita) dell’autrice, della sua “umiltà di esistere”, ma con una partecipazione sempre vigile, partecipe e combattiva. Allora i testi si ricompattano, provano a dire di più, a tracciare una mappa delle proprie emozioni, dei luoghi (la fatata, o meglio “stregata”, Orvieto con le sue torri e tetti medievali, i pozzi etruschi), dei colori preferiti (“Tra tutti è l’azzurro intenso / il mio preferito – slancio / aereo impavido alla scia / aperta all’infinito”), a prendere le misure all’amore, alla presenza che si fa “cerchio che non chiude / il ritorno”. Amore e presenza (degli altri, delle persone amate, dell’amica Eloisa, alla cui memoria è dedicato il libro): temi centrali e perni di tutto il mondo – sensuale, poetico ed esistenziale – che ruota intorno alla nuova raccolta poetica di Laura Ricci.




LAURA RICCI
È nata nel 1948 a Viterbo, dove è rimasta fino agli anni del liceo e, dopo aver vissuto a Pisa, Lucca e Roma, attualmente risiede a Orvieto. Laureata in lingue e letterature straniere, ama luoghi, lingue, ritmi, parole, persone. Ha viaggiato molto, anche se pensa che, come Emily Dickinson, si possa viaggiare, esplorare anche lanciandosi, aprendosi dalla propria stanza. Ha insegnato francese e inglese per molti anni e ha sempre curato, accanto all'insegnamento, il mestiere della scrittura.
Attualmente lavora nel campo della comunicazione e del giornalismo, come editore di Akebia (azienda che si occupa di editoria e comunicazione on line) e dirigendo il quotidiano Orvietonews e la rivista Fabruaria. Ha pubblicato il libro di racconti Insopprimibili vizi (AM edizioni Marotta, 2006). Suoi testi poetici sono stati inseriti in diverse antologie, tra le quali Ti bacio in bocca (LietoColle, 2005), antologia di poesia erotica al femminile, e Poesia e Natura (Le Lettere, 2007).

Raccolte Poetiche

  • Le quattro stagioni (Rebellato, 1984)
  • Voce alla notte (LietoColle, 2006)
  • La strega poeta (LietoColle, 2008)

    (foto di Ambra Laurenzi)




  • POESIE DI LAURA RICCI
    da La strega poeta


      *
    arriveremo mai noi due - sorelle -
    non più nemiche a motivo di un uomo
    a traversare il mare a comprendere
    che anche insieme possiamo
    intraprendere quella procrastinata
    bella gita speranza della mia
              della tua vita?

    arriveremo mai non più affannate
    da ineluttabile ancestrali pene
    a toccare la scogliera a sentire
    che anche insieme possiamo
    gioire della gita finalmente
    vissuta, di giorno in giorno
    al faro rimandata - muta - ?


      *
    a noi due? mi domandi

    continuare così
    nella sabbia silente
    del compromesso?

    non c’è di là il fuoco
    dell’assoluto ardente
    - c’e il deserto


      *
    rivendico il diritto di essere gentile

    la commozione della tenerezza
    la capriola sublime della bellezza
    l’acrobazia difficile della semplicità
    la magica centrifuga tritabanalità.

    rivendico il diritto a esistere col cuore
    quello di offrire parole d’amore
    l’ostinazione della poesia
    il mal di pancia della nostalgia

    lieve la danza della naturalezza
    il salto mortale dell’interezza


      *
    misura dell’amore è la perdita
    l’assenza
    la trappola improvvisa
    di un ricordo
    che afferra e strugge.

    misura della perdita è l’insistere
    della presenza
    l’ago del rame
    che dal silenzio
    scintilla e punge.

    presenza non è semplicemente
    stare

    è il cerchio che non chiude
    il ritorno
    la spirale infinita
    dell’eterno venire
    e dell’andare


    Laura Ricci, La strega poeta (LietoColle, 2008, Faloppio - Como - pagg. 72, euro 13,00 - con una post-lettura di Guido Borlozzetti)



    alexbrando@libero.it



    Vedi anche, sul n. 7
    La poesia di Laura Ricci
    di Alessio Brandolini